Cronaca locale

Sì ai fondi per le case ai gay discriminati, ma Milano si "scorda" i disabili

Da Palazzo Marino centomila euro di fondi pubblici per le case agli adolescenti gay discriminati. Pro Vita e Famiglia: "E ai disabili nulla?"

Sì ai fondi per le case ai gay discriminati, ma Milano si "scorda" i disabili

Da un anno e qualche mese a Milano, in zona Forza Armate, esiste la Casa Arcobaleno, un appartamento aperto e dedicato all’accoglienza di giovani ragazzi gay discriminati dalle loro famiglia per il loro orientamento sessuale. Un progetto fortissimamente voluto dall’allora assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino, che il Comune di Milano ha realizzato insieme alla cooperativa sociale Spazio Aperto Servizi.

Ora Palazzo Marino ha pensato di destinare centomila euro di fondi pubblici alla realtà-rifugio per gli adolescenti omosessuali discriminati. "E ai disabili nulla?" chiede con spirito critico Pro Vita e Famiglia, che rimprovera all'amministrazione del sindaco Beppe Sala di non destinare pari attenzione anche ad altri cittadini discriminati, come i portatori di handicap.

"Palazzo Marino cerca partner per la Casa Arcobaleno, ma a nulla va ai disabili che non riescono neanche a tornare a scuola, i cui diritti di accesso alla viabilità, all’assistenza domestica e agli insegnanti di sostegno spesso non vengono rispettati. Queste persone, non di rado, sopravvivono grazie agli enormi sforzi dei genitori, uno dei quali è costretto a lasciare il lavoro per accudire h24 i propri figli. Eppure restano abbandonati a se stessi…", l’affondo di Toni Bradi, presidente della onlus.

Negli spazi delle Casa Arcobaleno – come raccontato all’epoca da Majorino – possono essere essere ospitate fino a tre persone per un tempo di permanenza massimo tra i sei e gli otto mesi. "In questo periodo di tempo, i ragazzi avranno a disposizione un supporto psicologico e legale e un servizio di orientamento al lavoro e alla casa per accompagnarli verso l’autonomia attraverso un progetto personalizzato", spiegò l’attuale europarlamentare del Partito Democratico.

E qui secondo l’associazione Pro Vita e Famiglia si pone una particolare questione, peraltro sottolineata anche da Libero. "Condividiamo la denuncia del rischio di una corsia preferenziale per i ragazzi gay quando si tratterà di dare un appartamento a chi non ce l’ha. Sarebbe incostituzionale, perché i cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge", spiega ancora Brandi, che infine conclude con la seguente considerazione: "Un conto è preoccuparsi e proteggere le vittime di violenza, di ogni credo, colore o sesso, un conto è decidere a chi destinare un immobile in base all’orientamento sessuale. Due cose ben diverse.

Neanche è diventata legge la proposta su l'omotransfobia di Alessandro Zan (Pd), che già si intravedono le discriminazioni che inizieranno a tambur battente dal giorno dopo: tutti quelli che non sono gay e legati a lobby LGBT saranno penalizzati".

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