«Credo che dobbiamo essere consapevoli che la nostra città ha fatto passi da gigante, è ammirata in tutto il mondo ma non deve commettere l'errore di fermarsi anche perché c'è ancora molto da fare». Sceglie la prima edizione di Domus Forum «The future of cities», l'iniziativa promossa dalla rivista di architettura che compie 90 anni il sindaco Beppe Sala per confrontarsi con architetti, urbanisti, sociologi ed economisti sul futuro di Milano. E raccontare la sua visione della città nel 2030, a partire da punti di forza e di debolezza. «Dobbiamo lavorare sul tema del costo della vita, dell'inquinamento, della sicurezza - spiega -: la città sta crescendo, presto arriveremo a 1,5 milioni di abitanti, in due segmenti precisi della popolazione gli anziani e i giovani». Un dato per tutti il trenta per cento delle lauree specialistiche di Bocconi e Politecnico vede iscritti studenti stranieri. «Le ragioni della competitività di Milano stanno nella sua doppia natura» per Antonio Calabrò, vicepresidente di Assolombarda « resta una città industriale e contemporaneamente è una città delle nuove scienze, della qualità della vita, delle relazioni internazionali».
La Milano del 2030? Si svilupperà lungo tre cardini fondamentali: l'urbanistica, la mobilità e l'ambiente. «La regola è rigeneriamo il suolo - spiega Sala - e diamo spazio al verde. Dobbiamo anche abbattere i costi degli affitti. Per esempio per quanto riguarda gli scali ferroviari il futuro sviluppo delle aree vede il 65 per cento delle superfici vincolate a verde, e il 30 per cento di nuove costruzioni, a edilizia convenzionata». Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo ha sottolineato le tre priorità che la città si trovano oggi ad affrontare: povertà, disoccupazione giovanile e fragilità degli anziani. «Se non le risolviamo - ha affermato - non possiamo vivere bene».
Per quanto riguarda la lotta all'inquinamento, proprio ieri è stato raggiunta la quota di 35 giorni di sforamento del livello massimo consentito di Pm10: il sindaco cita Area C e Area B, la netta diminuzione di auto per abitanti «si è passati da 73 auto su 100 del 1993 a 51 e credo che in quindici anni arriveremo a 40. Non lo faremo con proibizioni o limiti - assicura - ma daremo maggiori opzioni per il trasporto pubblico (aumento del biglietto a parte) e aumento dell'offerta di car sharing.
Altra nota dolente la sicurezza «su cui non si arriverà mai a un punto finale». Il decreto Sicurezza non prevede la possibilità per i Comuni di assumere vigili almeno per coprire il turn over? «È chiaro che le città hanno la colpa di aver accettato una situazione in cui la quota parte dei vigili in ufficio e in strada non va bene.
Ed è chiaro che abbiamo bisogno di più vigili in strada - ammette il sindaco poche ore prima dell'ufficializzazione dell'arresto di uno stalker da parte dei ghisa - sarà un dibattito interessante con il Governo. Salvini è milanese e conosce la città, quindi conto su un aiuto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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