Un «danno di particolare gravità». Lo avrebbe causato, insieme ad Angelo Paris, il sindaco Giuseppe Sala durante la sua attività di ad di Expo ai danni della società che guidava. Lo sostiene la Procura generale nell'atto di chiusura delle indagini nell'accusare Sala di abuso d'ufficio. La nuova ipotesi di reato a carico del primo cittadino, sempre relativa all'inchiesta sugli appalti della Piastra, si aggiunge a quella di falso ideologico e materiale ma sostituisce quella di turbativa d'asta che inizialmente era stata formulata.
Per i sostituti pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo inoltre, l'affidamento diretto alla Mantovani spa della fornitura di 6mila alberi per il sito dell'Esposizione non era giustificato dal «requisito d'urgenza». Scrivono infatti i sostituti pg che Sala e Paris, ex manager di Expo, hanno violato il Codice degli appalti «che autorizza la procedura negoziata» cioè «senza previa pubblicazione di un bando di gara in presenza di un requisito di urgenza, nel caso di specie non sussistente». Un'ulteriore violazione riguarderebbe il punto del Codice che «autorizza la procedura» di affidamento diretto «solo per lavori e servizi complementari, mentre nel caso di specie si tratta di forniture».
Non solo. L'affidamento alla Mantovani «del contratto per la fornitura di essenze arboree» ha riconosciuto all'impresa un importo di 4,3 milioni di euro, quando «invece l'effettivo valore» dei lavori «era di gran lunga inferiore». Il subappalto a propria volta dato dalla Mantovani a un'altra azienda «aveva un costo inferiore a 1,7 milioni». Sala e Paris dunque avrebbero «intenzionalmente» procurato alla Mantovani «l'ingiusto vantaggio patrimoniale pari alla differenza tra i due importi, dedotte le spese generali e l'utile d'impresa». Il reato di abuso d'ufficio in concorso sarebbe stato commesso il 23 ottobre 2013 e «con l'aggravante del danno di particolare gravità». Nei mesi scorsi la Procura generale aveva già contestato questo reato a Paris, sostenendo che l'ex manager aveva agito all'insaputa dell'attuale sindaco. Ora invece, dopo la rilettura dei fatti, l'accusa viene addossata anche all'ex ad. Per quanto riguarda l'ipotesi di turbativa d'asta, per cui è stata chiesta l'archiviazione per Sala e per altri tre indagati, la Procura generale scrive che non si è «verificata alcuna turbativa neppure potenziale della gara» per la Piastra dopo che è stato scorporato il capitolo sul verde. E che non è stato «avvantaggiato alcuno dei concorrenti». Intanto i due filoni dell'inchiesta, quello sull'abuso d'ufficio (per cui è attesa la richiesta di rinvio a giudizio) e quello in udienza preliminare cominciata ieri a carico di altri sette imputati, potrebbero essere riuniti. L'udienza è stata rinviata al 2 febbraio. «È tutto molto difficile da capire - commenta il sindaco -.
Il come nascono queste vicende va oltre il mio livello di comprensione. Garantisco ai milanesi che per me può essere anche tutto faticoso, ma sono ben oltre quel livello di serenità minimo che serve per fare questo difficile lavoro».
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