Non è detto che sia un male. Anzi è probabilmente un bene, perché il sale che rende sapida e dunque saggia la democrazia è il giusto bilanciamento delle forze. Dei pesi e dei contrappesi, la cui somma deve (o dovrebbe) tendere miracolosamente e virtuosamente alla convergenza verso il bene dell'intera comunità. Quella miracolosa coincidenza degli opposti che cercavano gli alchimisti negli elementi e che devono perseguire i politici più accorti, attenti più al bene delle future generazioni che al bottino nelle prossime urne. E infatti oggi con la sinistra ormai sparita, anche la democrazia zoppica e sbanda pericolosamente verso derive autoritarie. O peggio ridicole e davvero poco auspicabili se guidate da chi maledice la competenza e giura che «uno vale uno» o vorrebbe fare della post ideologia liquida della Lega una bussola per il destino di un'Italia prima maledetta e oggi stracorteggiata.
E così forse non è un male che il sindaco Beppe Sala abbia saltato la barricata. Anzi ci sia salito sopra, come ha fatto venerdì per arringare una sparuta folla raccolta dal Pd e da un'infinita teoria di altre sigle per contestare il governo. «Da Milano può ripartire il pensiero della sinistra e un'idea diversa di società» ha tuonato con un piglio che con il passare del tempo sta facendo crescere le sue prestazioni retoriche anche outdoor. Un programma breve, ma da far tremare i polsi anche allo statista più esperto. Se partirà il pensiero della sinistra è cosa da vedere, di certo partirà la sua scalata ai Palazzi romani. La legittima aspirazione di un manager di valore e di un abile amministratore, come dimostra il corposo curriculum nel quale vanta il prestigioso titolo di Bocconiano dell'anno in quello scintillante 2015 dell'Expo a Milano. Per ora di chiaro c'è solo il primo punto della scalata: «Restituirò ai migranti i diritti tolti», il titolo che ieri ha sfondato sui giornali, accreditando la sua opa anche alla sinistra del corpaccione ormai esanime del Pd.
E così nessuna meraviglia nel vederlo anche ieri gomito a gomito con quel Giuliano Pisapia passato per il Comune lasciando così poche tracce e Nicola Zingaretti (tutti e tre nella foto) che da candidato alla segreteria dem è venuto in pellegrinaggio a Milano. Ignaro che per resuscitare il Pd non basterà nemmeno Sala, perché i poteri taumaturgici non stanno nelle mani del pur bravo sindaco, ma nel rito ambrosiano. Capace di resistere perfino a un'amministrazione di sinistra.
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