Sala sfida i gufi: «Il Padiglione Italia pronto il 1° maggio»

Il commissario zittisce chi lancia allarmi sui ritardi nei lavori Hollande e Merkel all'Esposizione, ma non all'inaugurazione

Sono i soliti uccelli del malaugurio a prevedere che Palazzo Italia, il padiglione nazionale, l'orgoglio dei padroni di casa, possa non essere pronto per la fatidica data? Primo maggio, apre l'Expo ma Padiglione Italia ha ancora i lavori in corso. Uno scenario disfattista a cui non crede il commissario e direttore generale, Giuseppe Sala. L'uomo Expo sfoggia grande ottimismo: «C'è chi dice che non si arriverà. Io dico che ci arriveremo. La verità la sapremo il primo maggio. Sono convinto che ci arriveremo».

Non solo dichiarazioni generiche. Beppe Sala ha presentato una specie di road map: «Palazzo Italia senz'altro sì, il Cardo Sud (ovvero la strada intorno a cui sono in costruzione gli edifici del Padiglione Italia) è un filo in ritardo ma credo sia un problema di finiture». E ancora: «Noi abbiamo lavorato tutto il week end per trovare le soluzioni e accelerare le cose e sono convinto che ci si arriverà. La mia opinione deriva dal fatto che presidio le cose ogni giorno».

Ad accelerare il tutto, secondo il commissario Expo Sala, è stato anche l'effetto Cantone. Da quando su Expo 2015 è intervenuto il controllo dell'Anac e del suo presidente, «fattispecie criminose non sono state più rilevate» e questo ha certamente dato una mano alla rapidità. E se ieri è stato presentato il cluster del caffè (ovvero il padiglione tematico in cui sono presenti tutti gli operatori legati al chicco più aromatico del mondo), questo non è bastato ad accontentare gli scettici.

Ci saranno anche capi di Stato all'Expo. Non il primo maggio, il giorno dell'inaugurazione, in cui guest star rimarrà il presidente del consiglio, Matteo Renzi. Ma nelle giornate dedicate a Francia, Germania e Gran Bretagna sono attesi gli arrivi di Francoise Hollande da Parigi, Angela Merkel da Berlino e George Cameron da Londra. «È inutile che si carichi il primo maggio, questa è la filosofia Expo» dice Sala, che così disinnesca anche la polemica sull'assenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Verrà a visitare l'Expo durante i sei mesi dell'Esposizione» ha assicurato il commissario unico.

L'ottimismo sulle inchieste sbandierato da Sala è legato al capovolgimento nella prospettiva dei controlli: «Siamo passati obiettivamente da un controllo puramente consuntivo a decisamente preventivo». E ciò «vuol dire che ogni singola gara viene passata sotto alla lente di ingrandimento, dal punto di vista delle modalità e delle aziende assegnatarie», e «le commissioni che giudicano le gare vengono viste con ancora più cura, cercando di coinvolgere esterni».

Anche qui, come per le rosee previsioni sulle tabelle di marcia in vista di Expo, non resta che fidarsi di colui che più da vicino controlla ogni giorno i lavori. Tra poco più di un mese sarà possibile dire se aveva torto o ragione.

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