Si affaccia alla finestra per salutare il figlio che sta andando a scuola e vede due banditi prendere in ostaggio le impiegate delle poste. La donna si attacca ala telefono e descrive la scena ai carabinieri che in quattro minuti, dalle 7.58 alle 8.02, arrivano, irrompono nell'ufficio e arrestano la coppia di balordi, due napoletani in trasferta. Probabile al presenza anche di un terzo complice, il palo e forse organizzatore del colpo, che se l'è filata vista la mal parata.
I banditi avevano fatto un buon lavoro di osservazione: segnato gli orari degli impiegati dell'ufficio postale di via Volta 1 a Pregnana Milanese, preso nota di quando riempiono il bancomat, memorizzato quanta gente si muoveva nella vicinanze. E ieri alle 8.58 sono entrati in azione. In quel momento stava uscendo dal portone di un palazzo confinate, un ragazzino diretto verso le vicine scuole medie. Dalla finestra la mamma, una signora di 40 anni si è affacciata per seguirlo fin che poteva. Un istante dopo era già al telefono con il 112.
Una volta in contatto con la centrale di Milano ha cominciato a descrivere la scena: «Ci sono due banditi armati di pistola, il volto coperto, hanno bloccato due donne, una è stata presa per i capelli, sta gridando. Adesso le stanno trascinando dentro le poste. Fuori c'è un terzo bandito con il cappuccio».
Dall'altro capo del filo il responsabile della centrale si mette in contatto con le compagnie più vicine, Legnano e Rho. Quest'ultima ha un equipaggio a pochissima distanza, ci metterà esattamente quattro minuti ad arrivare. Alle 8.02 i primi due carabinieri annunciano di essere davanti alle poste. Nel giro di pochi istanti arriva un'altra mezza dozzina di macchine che vanno a «cinturare» l'area per tagliare l'eventuale fuga ai banditi. Poi i militari, indossati i giubbotti antiproiettile fanno irruzione armi in pungo. I due balordi stanno urlando alla direttrice di consegnare i soldi di casse e bancomat, in tutto circa 20mila euro. Quando vedono i militari, abbozzano istintivamente a una reazione poi alzano le mani gridando «Ci arrendiamo, non sparate».
Ammanettati vengono portati fuori, si tratta di Fabio Centomani, 20 anni, e Gaetano Mele, 27, entrambi di Giuliano, in provincia di Napoli. Addosso hanno una pistola, ma si tratta di una innocua riproduzione, fascette da elettricisti per legare gli ostaggi e nastro da pacchi per imbavagliarli. In tasca anche una radio ricetrasmittente, forse per tenersi in contatto con il palo, «quello con il cappuccio», che, vista la mal parata, ha preferito defilarsi. Inutile, avrà pensato, finire in galera in tre.
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