La ruspa di Salvini ha anche il freno. Il leader leghista sa che in certi casi è necessario spingere sull'acceleratore. Ma in altri la «ruspa» deve essere parcheggiata ed è meglio manovrare con la politica. Ora, è chiaro che sul piano nazionale il leader leghista non ammette defezioni davanti a quella che resta la battaglia della vita: l'opposizione (e possibilmente l'avviso di sfratto) a Matteo Renzi e al suo governo Pd-Ncd. A Milano, però, si avvicinano le Comunali. E Milano è il capoluogo della Lombardia. Allora il tono necessariamente cambia e i conti devono tornare.
Dopo il congresso provinciale, quindi, ieri il segretario leghista ha presenziato al consiglio federale del Carroccio e ha dovuto scendere a patti con le esigenze di governo rappresentate dai governatori regionali, il veneto Luca Zaia e soprattutto il lombardo Roberto Maroni, che guida il Pirellone a capo di un composito governo di coalizione che si regge non solo sull'alleanza con Forza Italia, ma anche sui voti di Ncd, che è certamente sopravvalutata nel rapporto voti-seggi (i consiglieri sono stati eletti nelle liste del Pdl) ma oggi - piaccia o no in via Bellerio - è in condizione di mettere in crisi la giunta regionale (e, pur non avendone alcuna intenzione, non fa niente per nascondere questa teorica possibilità). «Se tutti rispettano i patti sottoscritto con i cittadini non c'è nessun problema. Sono orgoglioso del governo di Regione Lombardia, tutti compresi» ha detto il segretario leghista dopo il consiglio federale, firmando un evidente riconoscimento al gruppo Ncd in Regione. Il messaggio non è passato inosservato ai destinatari, che a loro volta avevano convocato il gruppo e hanno apprezzato a tal punto da aprire alla teorica possibilità di una candidatura leghista a Milano (previo accordo sul programma).
Roma a parte, dunque, a Milano il clima mite sembra favorire la possibilità di un accordo. «Non governi Lombardia e Veneto con la ruspa, io uso la ruspa per dare forza a chi governa» ha spiegato il segretario leghista in serata alla Mondadori di piazza Duomo, dove ha partecipato alla presentazione (moderata da Paolo Liguori) del libro «Il metodo Salvini», scritto dai giornalisti Francesco Maria Del Vigo e Domenico Ferrara, con prefazione di Vittorio Feltri.
Che frutti produrrà questa schiarita nel centrodestra ora non è dato sapere. Per qualche «ultrà» di Maurizio Lupi resta aperta la possibilità di una candidatura a sindaco dell'ex ministro (a patto che arrivi la attesa presa di distanze da Anglino Alfano). Verosimilmente potrà arrivare l'alleanza per un candidato comune.
L'ipotesi dell'indipendente resta, anche se lo stesso Salvini ha ammesso che un nome ancora non c'è. Per qualcuno un'alleanza più diretta fra i partiti potrebbe riaprire la strada a una candidatura politica. E allora chissà che il nuovo sindaco non arrivi in piazza Scala a bordo di una ruspa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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