Cronaca locale

Salvini a Forza Italia "Per i posti in giunta contano i voti presi"

Partito in Regione il risiko degli assessori Salute a Gallera, dentro Cosmi e Sardone

Salvini a  Forza Italia "Per i posti in giunta  contano i voti presi"

C'è «un governatore in totale autonomia. Se c'è bisogno di qualche consiglio, da lombardo glielo do: però il governatore lavora e ragiona in totale autonomia». Così ieri Matteo Salvini a chi gli chiedeva notizie della prossima giunta regionale, mentre era l'unico politico a distribuire volantini con scritto «Grazie» al mercato di via Calvi da cui a urne chiuse sono spariti tutti i politici che l'affollavano fino alla vigilia. «Gli italiani e i lombardi hanno votato, quindi nella vita come in politica i numeri hanno il loro peso» è stato il messaggio inviato agli alleati del centrodestra che cominciano a presentare il conto.

E visto che si parla di numeri e pure della necessità di garantire metà delle caselle alle donne, appare chiaro che il risiko della giunta si gioca sulle poltrone che ad Attilio Fontana, ma tutto sommato anche a Forza Italia, non dispiacerebbe ridurre a dodici, contro le quattordici dell'era Maroni. I colonnelli sentono di avere un posto sicuro e con meno assessori il loro peso salirebbe. Si aggiunga che, tutto sommato, a Lega e Fi non dispiacerebbe relegare a un semplice sottosegretariato gli ax alfaniani di Noi con l'Italia reduci dal tonfo elettorale e alla sola Viviana Beccalossi (per lei pronta prestigiosa delega all'Agricoltura), la delegazione dei Fratelli d'Italia. Magari pagando la crescita di voti con l'aggiunta di un semplice sottosegretario.

A ore una decisione, dopo che Fontana avrà incontrato la coordinatrice azzurra Maria Stella Gelmini, plenipotenziaria di Berlusconi che non ha mai considerato la Lombardia una regione qualunque e sui cui assessori vuole avere la supervisione. Sette posti alla Lega, quattro a Fi con il vice governatore e la presidenza del consiglio regionale e uno a Fratelli d'Italia sembra essere la formula che ha in mente il Carroccio e che, come ha detto Salvini, rispecchierebbe i numeri usciti dalla urne. Ma probabilmente la Gelmini punterà ad arrivare a cinque, riducendo a sei i leghisti.

Detto della Beccalossi, per ora l'altro punto davvero certo sembrano essere le deleghe ad Autonomia e Riforme istituzionali ritagliate sul professor Stefano Bruno Galli a cui piacerebbe anche recuperare uno sconfitto della Lista Fontana come l'assessore allo Sport Antonio Rossi. Rimanendo nel campo leghista, l'ossessione di Salvini è un super assessorato alle Politiche sociali da separare dalla sanità e che magari comprenda inclusione sociale e Casa. Destinatario Fabio Rolfi (in quel caso capogruppo della Lega in consiglio sarà il bravo Pietro Foroni) o l'ex presidente della Provincia di Sondrio Massimo Sertori. Per le quote rosa il nome forte sarebbe l'ex assessore alla Cultura della Provincia di Varese ed ex consiglio d'amministrazione Rai Giovanna Bianchi Clerici davanti alla super votata Francesca Brianza e a una magari recuperata, nonostante l'elezione in parlamento, della salviniana Claudia Terzi. Più difficile, ma non escluso il ritorno dell'assessore Cristina Cappellini che ha condotto ottime battaglie contro la persecuzione dei cristiani nel mondo e in difesa dei valori della famiglia tradizionale. Posti in giunta ci potrebbero essere per Giacomo Stucchi in arrivo dalla presidenza Copasir, il Comitato parlamentare di controllo dei servizi di informazione, per l'imprenditore Gianmarco Senna e per il parlamentare di lungo corso Davide Caparini. Ma a Caparini si dice non dispiaccia il posto di segretario generale di Antonello Turturiello, uno che non si piglia troppo con Salvini, ma che invece è uomo di assoluta fiducia di Fontana che lo volle segretario del consiglio regionale di cui fu presidente nel 2000. Come adire che alla guida della macchina regionale Fontana vuole assolutamente un uomo di super fiducia. In questo caso a Caparini potrebbe toccare il ruolo chiave di capo segreteria del governatore, occupato oggi da Giacomo Ciriello. In alternativa ci sarebbe Lucio Brignoli, anima della campagna elettorale con cui Fontana ha schiantato, doppiandolo, Giorgio Gori.

In casa Forza Italia il nome nuovo è la giornalista economica e direttrice del Dipartimento Innovazione della Cisl Benedetta Cosmi che piace alla Gelmini. Per lei assessorato al Lavoro. Sorpresa, invece, dal riconteggio delle schede che ha escluso dal consiglio l'erede di casa Romani Federico a favore di Paola Romeo, figlia del sindaco di Limbiate Antonio. Come a dire che i figli sono siempre piezz'e core. La conseguenza è che il super votato ras della Brianza Fabrizio Sala non farà molta fatica a rifiutare quel posto di presidente del consiglio regionale che gli volevano appioppare, perché in questo caso Romani resterebbe fuori. Dovesse diventare assessore, il nuovo regolamento regionale ne imporrebbe una sospensione da consigliere che aprirebbe le porte dell'aula all'illustre rampollo. Da questa posizione di forza, Sala chiede deleghe pesantissime alle Attività produttive, Internazionalizzazione oppure Economia. La presidenza del consiglio andrebbe ad Alessandro Fermi votatissimo a Como.

Sembra cosa fatta per il super votato Giulio Gallera la riconferma di prestigio alla Salute che da sola spende l'80 per cento del bilancio. Referenza, aggiunta al fatto di essere donna e avere quindi quello che sembra ormai essere diventato un lasciapassare per i Palazzi della politica, che potrebbe consentire un ingresso in giunta alla battagliera Silvia Sardone. Sembra fuori discussione anche l'arrivo di un uomo di assoluta fiducia della Gelmini come il sindaco di Sirmione Alessandro Mattinzoli. In corsa Gianluca Comazzi che completerebbe la pattuglia «gelminiana» e Fabio Altitonante. Le promozioni ad assessori per Gallera e Sardone, farebbe scattare il ripescaggio del sindaco di Paderno Dugnano Marco Alparone e di Alan Christian Rizzi. Dovesse spuntare anche un posto per gli ex alfaniani, è chiaro che in cima alla lista c'è Raffaele Cattaneo dopo che Luca Del Gobbo è entrato in aula.

Dovesse saltare il patto con Cattaneo, con Del Gobbo assessore a essere ripescata sarebbe la bravissima Deborah Giovanati, assessore in Municipio 9 capace di incassare quasi 6mila preferenze.

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