Salvini lancia ancora l'allarme sicurezza. "Più luci nelle strade e più poliziotti"

Per il segretario della Lega la situazione è diventata sempre più preoccupante. E sfida il Comune sul blocco delle auto.

Salvini lancia ancora l'allarme sicurezza. "Più luci nelle strade e più poliziotti"

Più poliziotti e più luci nelle strade per sconfiggere la criminalità. Assumere agenti e illuminare la città per risolvere un'emergenza che, a dispetto delle statistiche, è sempre più preoccupante. C'è molta Milano nell'intervento di Matteo Salvini al Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi. L'allarme sicurezza, le elezioni regionali che si avvicinano e poi quello che sta diventando un chiodo fisso nei suoi comizi: «La follia» come la chiama, che si avvicina, e che entrerà in vigore il primo ottobre con lo stop dei veicoli Euro 4 ed Euro 5. «Vedremo di far cambiare idea al sindaco Sala» annuncia, riscuotendo uno degli applausi più convinti della serata.
Ma se le Comunali si sono celebrate un anno fa, la scadenza che si avvicina è quella delle elezioni regionali. «In platea vedo Attilio Fontana - dice a un certo punto - presidente uscente e rientrante della Regione Lombardia. Spero che la sinistra trovi un candidato altrettanto valido, sennò non è divertente la sfida».
Arrivando, parla di sicurezza: «Si possono assumere 10mila fra poliziotti e carabinieri. E riaccendere le troppe telecamere spente. Il contrasto all'immigrazione clandestina è una parte della soluzione del problema. Se non si assumono poliziotti e carabinieri e non si accendono le telecamere, i reati continueranno ad aumentare». E «Forza Milano!» sono le parole con cui chiude il comizio. Ma anche forza Lombardia, idealmente, se è vero che quando deve declinare la sua idea di libertà, oltre a illustrare la flat tax, mostra di voler difendere a ogni costo il modello costruito qui dalla Lega e dagli alleati, dalle scuole paritarie alla sanità: «Grazie a Dio c'è il sistema lombardo di sussidiarietà» sbotta con un passaggio che appare liberatorio, in un mare di statalismo.
Il cuore dell'appuntamento, poi, sono le tasse e in particolare la «tassa piatta» che la Lega propone non solo per far ripartire l'economia, ma anche come strumento di giustizia sociale, in un discorso anti oppressione fiscale, di impronta tipicamente liberal-conservatrice che tiene insieme anche la pace fiscale e la riforma del processo tributario, con l'inversione dell'onere della prova. «Il taglio delle tasse non è un diritto, ma un dovere - spiega il segretario della Lega - la flat tax, già oggi è realtà per 2 milioni di partite Iva che pagano solo il 15 per cento di tasse. Nel nostro progetto c'è l'estensione di questa «tassa piatta» anche a lavoratori dipendenti, pensionati e famiglie, partendo da chi guadagna di meno e con un tetto massimo di 70mila euro lordi all'anno». Quindi «non è per i milionari, ma per le famiglie che portano a casa 40-50mila euro lordi e oggi pagano uno sproposito - prosegue - La flat tax è una questione di civiltà, lo Stato incassa di più, si paga di meno, ma pagano tutti». Per Salvini, «la flat tax è l'unico modo per combattere l'evasione fiscale». E «abbassare le tasse è l'unico modo per combatterla».
La vittoria del centrodestra è data quasi per scontata da molti, ma il passaggio storico è difficile e nessuno lo nasconde.

I problemi enormi, la speranza è un governo politico che possa risolverli. Oggi intanto appuntamento a Pontida. «Io spero che si parli di idee perché per il momento la sinistra ha parlato di fascismo, di Russia, di razzismo e rischio democratico».

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