Alberto GiannoniNuovo stop a Maurizio Lupi. Ogni volta torna l'ipotesi e ogni volta Matteo Salvini si incarica di bocciarla. Il segretario della Lega non vuole sentir parlare di una possibile candidatura dell'ex ministro dei trasporti. Niente di personale, sia chiaro. Anzi, pare che fra i due ci sia stima, cementata durante gli anni trascorsi da entrambi a Palazzo Marino. C'è un ostacolo grande come una casa, però, sulla strada di una possibile alleanza (per non parlare della candidatura) ed è il sostegno che il partito di Lupi, l'Ncd, sta garantendo al governo di Matteo Renzi, acerrimo nemico dell'altro Matteo, quello milanese. Così, l a possibile corsa di Lupi, per salvini, «non è contemplata». «Finalmente ci sono tanti nomi» di potenziali candidati sindaco per il centrodestra a Milano e Roma - ha sottolineato - ma nel capoluogo lombardo l'ipotesi di veder correre Maurizio Lupi «non è contemplata». Non è mancato un pensiero per il candidato in pectore del centrosinistra, Beppe Sala, ex commissario Expo: "Gli chiedo di farci vedere i numeri di Expo. Beppe facci vedere quanto ci è costato».Salvini, per quel che lo riguarda, ha più volte escluso un suo personale interesse. Ma, dopo aver rivelato (al Giornale) l'intenzione di correre da capolista, ieri ha aggiunto un altro annuncio: «Mi metto a disposizione - ha detto durante un convegno a Palazzo Marino - per fare l'assessore alla Sicurezza del prossimo sindaco di Milano. Se può servire la mia esperienza ventennale a Palazzo Marino sarei ben felice di rimotivare gli agenti che ad oggi fanno solo gli esattori». Il leader leghista è convinto della possibile vittoria del centrodestra: «Le elezioni di Milano le vogliamo vincere, le vinceremo, il nome del candidato è l'ultima delle mie preoccupazioni anche se fortunatamente sta arrivando, così finisce il Superenalotto». «Stiamo lavorando - ha detto ancora - al programma per una Milano sempre più aperta, sempre più internazionale, sempre più sicura e attenta ai quartieri popolari dimenticati per 5 anni dal Pd e da Pisapia».Per immaginare cosa farebbe un assessore Salvini a Milano può essere utile sentire ciò che ha detto sul tema immigrazione: ha spiegato di essere favorevole ad accogliere «un numero di gente che è possibile accogliere, possibilmente il più simile a noi e quindi più integrabile e nel rispetto della legge». Pur chiarendo di non rifarsi a a un modello Orban («non è il mio», ha sottolineato), Salvini ha messo in discussione l'accoglienza dei musulmani perché portatori, a suo dire, di una cultura che «non è integrabile con la nostra perché - ha spiegato - la Bibbia la si può interpretare, il Corano te lo becchi così. Tutto quello che per noi è accogliere - ha aggiunto - per gli islamici è un passo in più come quando si gioca Risiko che territorio dopo territorio ci si avvicina all'obiettivo finale. Questi sono vicini all'obiettivo e quello che mi fa arrabbiare è che non ce ne accorgiamo».
Infine i temi etici, che oggi spaccano in due Milano, da una parte la Regione, dall'altra il Comune: «Le adozioni gay non esistono né in cielo né in terra - ha detto Salvini - sono e rimarrò sempre contrario a ogni ipotesi di adozione gay. Al momento della nascita un bambino ha diritto di vedere in faccia la madre e il padre. Poi quello che succede nella vita - conclude - è un'altra cosa. Per quanto riguarda diritti eventualmente mancanti, parliamone".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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