Luca Del Gobbo, coordinatore provinciale Ncd, su di voi piovono gli ultimatum di Forza Italia e Lega: «O con noi o con Renzi».
«Capisco le ragioni che hanno portato a una scelta di responsabilità, un governo non politico ma per le riforme. Finito il periodo delle riforme, ognuno tornerà a coltivare nel suo campo una proposta politica nuova. Una scelta di campo».
Sta dicendo che da qui a un anno, quando si voterà a Milano, non si porrà più il problema?
«Noi siamo stati determinanti in Liguria con Giovanni Toti, siamo al governo con Roberto Maroni in modo leale in Lombardia, Regione modello in cui continuiamo un'esperienza che viene da Roberto Formigoni e dal Pdl. In tutte le Regioni al voto siamo stati o col centrodestra o, per esempio in Veneto, dove non ci hanno voluti, alternativi alla sinistra».
E Milano sarà come la Liguria o il Veneto?
«Credo come la Liguria. Matteo Salvini sulla città fa un'analisi giusta. E come dice anche lui, alle Comunali possiamo dare a Milano una proposta con due prospettive: un nuovo governo di rilancio della città, ma anche un centrodestra nuovo, con valenza nazionale».
I vostri elettori sono di centrodestra.
«In gran parte sì, il nostro radicamento è quello. Per andare organicamente col Pd servirebbe un congresso, e ognuno a quel punto sceglierebbe».
Salvini traccia l'identikit di un sindaco civico.
«Niente in contrario, purché - come dice Maroni - non si divida il mondo fra società civile buona e politica cattiva. Partirei dai contenuti, nel nostro caso dal manifesto per Milano. Poi il candidato».
Ma Lupi lo è?
«Al momento no ma lavora con noi sui contenuti. Comunque, avrebbe tutti i requisiti per essere un ottimo candidato, come del resto Passera, De Albertis e Salvini stesso».
Salvini si candiderà al Consiglio. Anche Lupi?
«Dovremmo chiederlo a lui ma l'idea di Salvini mi pare positiva se serve a dare forza a un progetto credibile».
State pensando di presentarvi con una lista
civico-politica. Una «Milano Popolare»?«Noi siamo impegnati ad aggregare una proposta. Il simbolo è secondario. Ma la prospettiva di un Partito popolare formato da articolazioni federali, un po' come in Spagna, potrebbe essere valida».
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