«C'è una parte politica a sinistra che vorrebbe a Sesto San Giovanni la più grande moschea d'Italia, io vorrei il più grande o stadio. Portiamo qua un po' dì quattrini. Visto che il sindaco di Milano Beppe Sala perde tempo, sarà Sesto a ospitare il nuovo tempio del calcio. Verrò qui a vedere il Milan». Il leader della Lega Matteo Salvini la mette subito in rete. É arrivato intorno alle 18 e 30 ieri a Sesto per l'apertura della campagna elettorale del sindaco Roberto Di Stefano che si candida a fare il bis dopo aver sfrattato nel 2017 la sinistra dal «fortino rosso» dell'hinterland che governava ininterrottamente da settantadue anni. Salvini tocca subito i due temi - moschea e stadio - che stanno scaldando il match in vista del voto il 12 giugno. Più di 600 sestesi e centrodestra unito al Parco della Bergamella.
Presenti tra gli altri, oltre a Salvini, il «colonnello» di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa con Stefano Maullu e Riccardo De Corato, il commissario cittadino della Lega Stefano Bolognini con l'eurodeputata Silvia Sardone, Fabrizio Cecchetti, Samuele Piscina, il coordinatore provinciale di Forza Italia Graziano Musella, il leader di Noi con l'Italia Maurizio Lupi. «Siamo qui per vincere al primo turno, come a Monza» afferma Salvini. Di Stefano dal palco ringrazia «tutti gli assessori e i consiglieri comunali che in questi 5 anni non hanno mai fatto mancare il sostegno. Il percorso coi civici ha portato ottimi risultati. Abbiamo espugnato dopo 72 anni la Stalingrado d'Italia, oggi c'è ancora molto da fare ma abbiamo dato bella svolta alla città». Come? «É più sicura, più curata, più vivibile. Abbiamo investito 20 milioni in scuole e palestre, 30 sulle case popolari e 30 per il sociale, abbiamo attratto 70 milioni tramite bandi e 52 grazie al Pnrr. Con il Pd invece c'erano sprechi, scandali e affittopoli». Alla vigilia la sinistra aveva polemizzato sugli sms inviati dal sindaco ai cittadini per invitarli all'apertura della campagna «con musica e salamella per tutti». Tant'è, come scrive a fine evento su Facebook, c'era «una marea» di gente e «ho visto voglia di continuare il nostro buongoverno».
Dalla liason locale alle frizioni nazionali, La Russa sul palco non manca di rimarcare che vorrebbe «che il centrodestra non fosse unito solo quando si vince, il bello di una coalizione è quando ci si impegna tutti a stare insieme nella buona e nella cattiva sorte. FdI vorrebbe che ci impegnassimo a dire che da ora in poi si vince insieme e, se mai, si perde insieme, non ci si divide dopo. Deve valere per le prossime amministrative, regionali e le politiche, centrodestra sempre unito per battere la sinistra». Salvini giù dal palco ribatte: «Io lavoro ovunque per il centrodestra unito, se mai altri da qualche parte vanno da soli. Ognuno fa quello che vuole». A chi gli chiede se abbia sentito Giorgia Meloni risponde di no: «É la festa della mamma e ho sentito la mia mamma».
A supportare lo sfidante del centrosinistra Michele Foggetta, esponente della Sinistra Italiana che alle primarie ha scavalcato il candidato Pd, è arrivato invece due giorni fa il deputato M5S Stefano Buffagni.
Dem e grillini sono alleati a Sesto, Azione e Italia Viva sostengono Massimiliano Rosignoli. E in suo sostegno il consigliere regionale di +Europa/Radicali Michele Usuelli ha annunciato che si candiderà a Sesto, con la lista «Sesto liberale e democratica».
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