Cronaca locale

Salvini vuole stringere e "sonda" una donna

Vertice dei leader giovedì. Tra Lupi e Minoli entra nella rosa anche un'imprenditrice. Meloni «scippa» a Toti l'unico consigliere ma deve fare i conti coi malumori della base

Salvini vuole stringere e "sonda" una donna

I leader del centrodestra si preparano a scoprire tutte le carte sul tavolo, ossia nomi dei papabili, sondaggi, eventuali veti. Si terrà giovedì, salvo sorprese, o potrebbe slittare a venerdì il vertice dei big del centrodestra per stringere sulla scelta del candidato sindaco a Milano dopo il no di Gabriele Albertini, anticipato domani dal tavolo dei responsabili degli enti locali di Lega, Forza Italia e Fdi. I leader del centrodestra - Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e l'augurio è che possa partecipare via zoom anche Silvio Berlusconi - valuteranno la rosa dei candidati che in questi giorni potrebbe arricchirsi. Non è detto che sarà l'incontro risolutivo, anzi, ma l'obiettivo e di stringere e arrivare alla scelta nel giro di pochi giorni. In campo finora ci sono l'ex ministro Maurizio Lupi, sponsorizzato da Fi e già popolare, ma con la pecca di essere un politico e non un civico (anche se la coordinatrice regionale Fdi Daniela Santanchè ha assicurato ieri che anche su di lui «non ci sono veti»), l'ex ad di Telecom Riccardo Ruggiero, il manager di Bayer ed ex deputato Fi Fabio Minoli (un nome che «sconta» l'investitura da Albertini invece che dai partiti), il comunicatore Roberto Rasia Dal Polo, l'editrice Federica Olivares. Ma riferiscono che Salvini stia sondando altri nomi da portare al tavolo, ha già incontrato una donna, imprenditrice milanese già conosciuta, e un'altra dovrebbe vedere nei prossimi giorni. Tajani ha dichiarato ieri che la fase di stallo è «fisiologica, stiamo cercando dei candidati civici che possano allargare i confini del centrodestra per vincere e governare» ma ha ribadito che «Lupi è un buon nome».

Intanto Fdi cresce e pretende di contare di più in Regione, da 2 consiglieri è salita ieri a 5 («un traguardo storico per la destra in Lombardia, al massimo eravamo arrivati a tre ricorda l'assessore Riccardo De Corato). Paolo Franco, che già nel 2019 era uscito da Forza Italia per entrare nel gruppo misto e aderire a «Cambiamo» di Giovanni Toti (di cui era diventato coordinatore regionale) è entrato ufficialmente in Fdi. Il partito di Toti rimane quindi senza rappresentanti in Regione e sembra che Giorgia Meloni sia vicina a scippargli anche due deputati bergamaschi come Franco, Alessandro Sorte e Stefano Benigni, entrambi ex Fi. Santanchè non vuole che si parli di campagna acquisti, «se la facessimo saremmo un po' affollati, avremmo problemi di assembramento - scherza - perchè in tanti si rivolgono a noi. Ma chiarisco che Fdi è per molti ma non per tutti, e non è taxi». Detto questoi, garantisce che anche nelle prossime settimane ci saranno sorprese, «la famiglia si è allargata e non finisce qui, ci prepariamo ad annunciare altri ingressi di consiglieri regionali, sono sempre stata di parola». Non fa nomi, nei corridoi del Pirellone girava quello del 5 Stelle Raffaele Erba. Agli alleati di centrodestra Santanchè lancia un messaggio: «Quando avevamo 2 consiglieri e due assessori sembrava che fossimo sovradimensionati e dovessimo stare in punta di piedi, oggi siamo sottodimensionati, chiediamo dignità politica». E in futuro, chissà, anche qualche altra poltrona.

L'ingresso di Franco ha creato però dei mal di pancia anche all'interno di Fdi, il circolo Bergamo Ovest ha pubblicato una lettera aperta accompagnata dall'immagine di una poltrona con sopra una confezione di attaccatutto e avvertono: «Oggi Fdi ha raggiunto il 18-19% nei sondaggi e questi numeri hanno surriscaldato gli animi e le aspettative di molti che vedono il partito come trampolino per una poltrona sicura alle prossime amministrative e probabilmente alle politiche, e chiedono il riconoscimento di circoli calpestando il lavoro fatto da chi sul territorio li ha costruiti».

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