Michelangelo Bonessa
I migranti minorenni sono sempre più numerosi e la legislazione attuale non è efficace per gestirli. Nell'hub di via Sammartini sono 150 su 240 ospiti, una goccia nel mare di migliaia di ragazzini sbarcati in qualche modo in Europa, eppure sufficienti per mettere sotto pressione il sistema di accoglienza milanese. Organizzazione che ha già i suoi problemi: secondo il Comune di Milano, su 3.600 persone ospitate nelle strutture disponibili mille non sono identificate. A questo si aggiunge il problema dei giovanissimi che arrivano soprattutto da Egitto, Nigeria, Albania, Eritrea e Gambia. Quelli che hanno creato confusione davanti al centro di accoglienza la sera di Natale arrivavano appunto dall'ultima di queste nazioni. E avevano litigato proprio con un gruppo di egiziani, una riedizione degli scontri tra nordafricani e subsahariani che spesso si verificano nei centri di accoglienza.
A spingere i ragazzi, oltre il 90 per cento sono maschi, è la ricerca di una vita migliore lontana dalla guerra e dalla povertà; spesso invece incontrano le braccia della criminalità organizzata italiana e africana che li avviano alla prostituzione. O istituzioni che non sembrano in grado di affrontare questa nuova ondata: «Rispetto ai minori stranieri non accompagnati presi in carico dal Comune di Milano, il numero si aggira intorno al migliaio all'anno (950 nel 2015, con un trend in crescita), sono tutti inseriti in strutture educative residenziali e, in mancanza di posti, anche in altre strutture come dormitori - ha scritto in una relazione per il tribunale dei minori il giudice onorario Joseph Moyersoen - ma in realtà il numero di minori che giungono sul territorio di competenza del Comune di Milano è di gran lunga più alto di quello dei minori effettivamente presi in carico, sia per quelli che si danno alla fuga dopo l'inserimento nella prima o nella seconda accoglienza, sia per quelli di cui l'ente locale non si preoccupa una volta raggiunta la copertura dei posti delle strutture comunitarie presenti sul territorio».
Pochi posti dunque, e giovanissimi senza protezione che giungono in massa per poi sparpagliarsi sul territorio. Il trend in crescita è confermato dalle associazioni umanitarie che parlano di 25mila minorenni arrivati in Italia nel 2016. Solo di questi, sono entrati nell'ombra 6.500 ragazzi e ragazze. E come ha dimostrato un documentario delle giornaliste Floriana Bulfon e Cristina Mastrandrea presentato da Unicef, molti rischiano di diventare moneta di scambio per la delinquenza. Per questo in molti contavano su una legge di cui la prima firmataria è Sandra Zampa, onorevole Pd, che avrebbe dotato l'Italia di una normativa unitaria per l'accoglienza ai minori. A ottobre è passata alla Camera, ma poi si è impantanata al Senato. L'aspetto principale riguardava la possibilità di affidare i minorenni al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Dopo un iter di tre anni e i festeggiamenti per quella che doveva essere una legislazione guida in Europa, si è fermato tutto nelle sabbie romane.
A festeggiare sono soprattutto le organizzazioni criminali come i «culti» nigeriani, confraternite sono già in affari con quelle italiane proprio nel settore della prostituzione. La Black Axe, Ascia Nera, è già stata colpita da diverse operazioni delle forze dell'ordine, soprattutto nel Sud Italia.
Se ne è sentito parlare pure a Milano, tanto che il consigliere di municipio Giampaolo Giorgio Berni Ferretti di Forza Italia, ha presentato un'interrogazione per chiedere conferma delle voci che si rincorrono in città.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.