«San Raffaele, fermate le lettere di licenziamento»

«Fermate quei licenziamenti». I sindacalisti della Rsu del San Raffaele non mollano e chiedono all'azienda di fermarsi. E lo fanno, senza sfumature, anche ora che sono partite le prime delle 244 lettere di licenziamento. Lunedì in via Olgettina si terrà l'assemblea dei lavoratori e con tutta probabilità si deciderà la data di un nuovo sciopero. «Tra i lavoratori serpeggia il panico - spiega Angelo Mulé, Rsu - Non sappiamo i nomi di chi verrà licenziato e la tensione è parecchia. Lo sciopero è inevitabile». I sindacalisti chiedono al cda di Nicola Bedin di fermare gli esuberi: «Dopo i casi di dimissioni, di raggiungimento dell'età pensionabile e delle scadenze dei contratti a termine di questi ultimi mesi - spiegano - c'è sempre meno bisogno di ridurre il personale. L'organico serve tutto per mantenere intatta la qualità».
Finora le trattative azienda-lavoratori non hanno portato a nulla, compreso l'accordo firmato lo scorso 22 gennaio a Roma ma poi bocciato dal 55% dei dipendenti del San Raffaele. E i rappresentanti dei lavoratori hanno mostrato chiusura totale nei confronti delle contro proposte del cda. Da qui l'appello del responsabile sanità del Pdl in Regione Stefano Carugo: «Ci appelliamo ai sindacati perché devono essere più aperti: si tratta di andare oltre il dato referendario e recepire le aperture fatte a suo tempo dalla società. Capiamo le loro ragioni e come Pdl siamo preoccupati per la situazione del San Raffaele».
Preoccupato è anche il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo che esprime «solidarietà ai licenziati ed alle famiglie: da oggi per loro la crisi sarà ancora più dura. A differenza del momento in cui si aprì la vertenza ora l'istituzione cui fa capo la sanità, la Regione, ha un governo stabile e con una intera legislatura davanti». Questo lascia ben sperare nelle trattative delle prossime settimane. Già il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo ha incontrato le parti e in qualche modo si cerca uno spiraglio.


Nessun accordo è stato trovato dal 30 luglio del 2012, quando l'azienda ha comunicato il licenziamento di 442 dipendenti a fronte del grave quadro economico: solo nei primi cinque mesi del 2012 l'ospedale ha perso 21 milioni di euro, nel 2011 perdita complessiva è stata di 65 milioni. «Ma noi - ribadisce tuttora Angelo Mulé - non vogliamo pagare per gli errori del passato e la mala gestione di questo ospedale».

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