San Raffaele, ora interviene Monti

San Raffaele, ora interviene Monti

«Caro Monti, aiutaci tu». I sindacati del San Raffaele hanno incontrato il premier e gli hanno consegnato - a dir la verità per la seconda volta - una lettera in cui chiedono una mano contro gli esuberi. «Monti - riferiscono i delegati della Rsu - ci ha assicurato che sottoporrà il problema al Ministro competente, per salvaguardare l'eccellenza rappresentata dal nostro ospedale». A darsi da fare sulla stessa linea sono anche l'assessore lombardo alla Sanità Mario Melazzini e il Comune di Milano, che riceverà i lavoratori del San Raffaele domani in commissione.
I sindacati chiedono che il problema si affronti attorno un tavolo comune con i medici, anche se per ora i tagli riguardano solo il comparto amministrativo e gli ausiliari. Dal canto suo l'azienda, in una lettera firmata dall'ad Nicola Bedin e inviata ai 4mila dipendenti, rilancia l'ipotesi del piano alternativo ai licenziamenti e ripropone la linea del taglio del 10% degli incentivi, senza toccare i trattamenti di base, della conversione del contratto pubblico dei medici a quello della sanità privata. Il San Raffaele, scrive Bedin, «si trova in una situazione di rilevante perdita di carattere strutturale, aggravata dai recenti provvedimenti nazionali e regionali relativi alla spending review». Dal primo gennaio al 10 maggio 2012 la perdita è stata di 28 milioni, dopo l'inizio della gestione Rotelli, dall'11 maggio al 30 settembre le perdite sono state di 20 milioni. Ad aggravare la situazione, la delibera della giunta lombarda del 6 agosto scorso che ha portato ad una riduzione dei ricavi di 17,4 milioni (-8%). «Non sono ipotizzabili incrementi - continua Bedin nella lettera - in quanto la gran parte dei ricavi è erogata nell'ambito del sistema socio sanitario ed è soggetta a tetti di produzione stabiliti dalla Regione, ulteriormente abbassati». La riduzione degli stipendi «sarebbe solo proporzionale e temporanea».

La lettera del cda secondo i sindacati «è fatta solo per mostrare che i sindacati sono cattivi e vogliono i licenziamenti - spiega - Ma in realtà Bedin dice delle cose, e poi ne fa altre. Parla infatti di misure temporanee, come il taglio del 10% della retribuzione. Ma come fa a essere temporanea se cancella l'accordo sindacale su cui era basata?».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica