Per prenotare una mammografia bilaterale al San Raffaele bisogna mettersi l'anima in pace e aspettare 200 giorni: vuol dire che se una donna fissa l'appuntamento oggi, verrà ricevuta ad aprile. Ci vogliono 25giorni per fare lo stesso esame al Niguarda, 56 all'istituto nazionale dei tumori, 49 al San Paolo, 34 al centro diagnostico, 156 al Sacco e 145 al San Carlo. Abbiamo preso ad esempio uno degli esami più richiesti per dimostrare che, in una paradossale inversione di rotta, le liste d'attesa sono (spesso) più lunghe negli ospedali privati che in quelli pubblici. Il primo a denunciare l'allungamento delle tempistiche per avere un appuntamento è stato, qualche giorno fa, Gabriele Pelissero, presidente dell'associazione degli ospedali privati. «Il rischio - aveva detto commentando gli ultimi tagli del governo - è di avere liste d'attesa molto più lunghe: gli ultimi tagli sacrificano in modo significativo il settore ambulatoriale».
«I tagli lineari del governo - rincara la dose il governatore Roberto Maroni - rischiano di far aumentare le liste, cosa che va assolutamente evitata. Quella sui costi standard è una battaglia sacrosanta».
Le sue parole hanno lasciato il segno. Maryan Ismail ha spiegato che non intende mettere piede nella moschea di Lampugnano che il bando del Comune ha assegnato a un'associazione di musulmani milanesi. Maryan Ismail è italo-somala. A Milano da anni è impegnata in politica: ha partecipato alla battaglia contro le mutilazioni religiose, ha fondato e guidato un circolo del Pd e oggi fa parte della segreteria del partito. Nell'intervista rilasciata lunedì al «Giornale», Maryan ha criticato l'esito del bando comunale per l'assegnazione di aree su cui edificare luoghi di culto. Avrebbe voluto una moschea «di tutti i musulmani», «trasparente», «neutra», gestita da un «board». Non ha niente contro il Caim ma ha detto che oggi non si sente dalla loro parte. Ha annunciato che non entrerà nella moschea di Lampugnano. Invece Maryan merita di entrarci, e dalla porta principale. Sarebbe (stata) una scelta dirompente, se Maryan fosse nominata direttore o presidente di un comitato chiamato a gestire il centro.
«Non ci sono dubbi, penso che la frase di Renzi non cambi nulla. Il centrosinistra milanese ha deciso: primarie il 7 febbraio. Andiamo avanti senza se e senza ma». Così Pierfrancesco Majorino, assessore comunale al Welafer e in corsa per le primarie della coalizione.
«C'è un'energia forte, e si sente».
Parola di Carlo Capasa, neopresidente di Camera Moda che oggi dà il via a Milano Moda Donna. Nella fashion week che si apre oggi ci sono più sfilate, più giovani, più star, più location, e soprattutto più zone della città aperte alla moda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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