Cronaca locale

Come sarà Milano post pandemia?

Occupazione, mobilità, socialità e spettacoli: la città cambia. La sfida dei prossimi anni è adeguarsi alla nuova normalità

Come sarà Milano post pandemia?

La pandemia, le sirene delle ambulanze, i lutti, il lockdown, le mascherine, i bollettini della regione, le code davanti ai supermercati, le autocertificazioni, le strade deserte e i locali chiusi, lo sport cancellato, i canti dai balconi, la dad nelle scuole, lo smart working, i mezzi pubblici semivuoti, le zone rosse, gialle e quelle bianche, i vaccini, gli hub in Fiera e a Trenno, le prime riaperture, l'illusione , le nuove ondate e forse adesso un lento (lentissimo) ritorno alla normalità.

Ma che normalità sarà quella che Milano vivrà dopo la pandemia? Nulla sarà più come prima? Forse no, ma come spiegano esperti ed urbanisti ci si dovrà abituare a una nuova socialità, a un nuovo modo di vivere, di lavorare, di divertirsi, di frequentare cinema e concerti. Si va a passi veloci verso città più «smart», più connesse e tecnologiche, probabilmente meno frequentate. In alcune parti del mondo le grandi metropoli sono già in fase di trasformazione e la pandemia ha accelerato questo cambiamento: molte seguono il modello della «città del quarto d'ora» in cui trovare aree verdi e servizi in prossimità del proprio quartiere, muovendosi a piedi ed evitando lo stress di lunghi spostamenti in automobile o su mezzi pubblici troppo affollati.

E pochi giorni fa una conferma è arrivata proprio da Atm che ha spiegato come su bus e metrò, ancora oggi, viaggino almeno un 35 per cento di passeggeri in meno. Non solo. Molti pendolari in città non ci vengono proprio più e nei prossimi anni l'azienda ha calcolato di aver perso per sempre almeno il 15 per cento di chi ogni mattina per venire in centro saliva su un mezzo pubblico. É la cartina di tornasole di una città che dovrà un po' rimodellarsi e adeguarsi. La sfida dei prossimi anni probabilmente sarà proprio questa.

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