«A ventiquattrore dai risultati elettorali non ho ancora sentito nemmeno un esame di coscienza da chi ci ha messo in queste condizioni».
Dario Allevi, presidente della Provincia di Monza e Brianza in quota Pdl, avete preso una bella scoppola.
«Qui a Monza che è sempre stata una roccaforte del centrodestra. Mi auguro solo che qualcuno si metta in gioco».
Facciamo i nomi. Chiede le dimissioni del commissario di Monza e Brianza che è lonorevole Paolo Romani o del coordinatore regionale, il senatore Mario Mantovani?
«Io voglio incontrare amministratori locali e dirigenti del Pdl per sapere cosa si vuol fare del Pdl. Il futuro».
E chi deve dare queste risposte?
«Chi ha in mano il timone e ci ha portato a questo risultato molto negativo».
Lei è parecchio amareggiato.
«Soprattutto perché ho già sentito il giochino di chi adesso dice che in altri comuni si è andati peggio e che quindi in fondo a Monza non va così male».
I risultati vanno analizzati.
«Ma cosa me ne importa di come è andato il Pdl a Parma? Io so solo che adesso dobbiamo aspettare cinque lunghi anni per riconquistare questa amata città».
Lo dica che chiede le dimissioni.
«Ci devono dare risposte. E in tempi rapidi. Qui è pieno di bravi amministratori che meritano rispetto».
Quindi...
«Io non ho nessuna intenzione di affondare. Se le risposte non ci convinceranno, bisognerà girare pagina e cambiare nomi. La Brianza era azzurra e verde, ora è diventata tutta rossa».
Fa le bandierine come Fede?
«Tra il 2011 e il 2012, su 15 comuni ne abbiamo persi 14. Il segnale lanno scorso era già chiaro. Dovevamo svegliarci».
Avete sottovalutato lavviso?
«Pisapia a Milano, i comuni in Brianza: avevamo preso una bella sberla, ma invece di reagire si è continuato nellinerzia. E ora è arrivato il gancio da ko».
E adesso?
«Abbiamo creato un solco tra elettori e quadri dirigenti del partito».
Avete sbagliato i candidati?
«La scelta del candidato non si improvvisa. Andrea Mandelli ha fatto quello che ha potuto, ma è stato mandato allo sbaraglio a quarantottore dal voto».
Pagate anche divisioni interne?
«Nel Pdl cè un livello di litigiosità ormai insostenibile. Chi sta in alto non fa altro che etichettare noi in basso, dire che siamo luomo di questo o di quello. E ci fanno litigare sul territorio. Sono stanco, non ne posso più».
Cè un rimedio?
«Bisogna essere tutti uomini del Pdl. E lesempio ora parta dai piani superiori».
Troppe decisioni calate dallalto?
«Certo. E a Monza era già successo. Due volte su due abbiamo perso».
Ci vogliono le primarie nel Pdl?
«Almeno così sceglierà la gente. Primarie vere e congressi veri, basta decisioni prese dai soliti tra quattro mura».
Servono candidati diversi?
«Basta gente che ha il figlio o la moglie nei consigli di amministrazione. O chi mette insieme sette incarichi.
Si parlava di Dario Allevi candidato sindaco. Avrebbe vinto?
«Mi permetta di non rispondere».
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