Scacciano i vicini africani a colpi di spranga e pistola

Furiosi per essere stati visti scaricare un tir rubato accerchiano l'accampamento e bruciano le baracche

Scacciano i vicini africani a colpi di spranga e pistola

Indubbiamente quando si tratta di far sloggiare vicini poco graditi, gli zingari non hanno nulla da imparare. Un piccola comunità di africani va insediarsi a ridosso di un loro campo? E i nomadi, temendo di essere disturbati durante i loro loschi affari fanno irruzione nella tendopoli sparando in aria come cowboy ubriachi al saloon, menando sprangate e bruciando infine l'accampamento. Un po' troppo per non immaginare la reazione della polizia che difatti, dopo un'indagine lampo, ha identificato cinque aggressori, due dei quali già arrestati. Mentre le vittime sono state al momento ospitati in una comunità francescana.

Via Chiesa Rossa è uno storico insediamento alla periferia sud della città, da sempre nel mirino delle forze dell'ordine che escono puntualmente da ogni perquisizione con una camionate di refurtiva. All'inizio di agosto quattro nigeriani e tre ghanesi, in Italia dal 2011 per motivi umanitari, sono andati a installarsi a due passi dai nomadi. Sono andati a salutare i vicini, chiedendo se potevano attingere alla loro acqua ma sono stati cacciati in malo modo.

Dopo qualche giorno di insofferenza, la situazione precipita il 20 agosto quando tre degli africani passando davanti al campo sosta notano i nomadi intenti a scaricare un Tir appena rubato. Soprattutto quando passa casualmente una pattuglia della polizia locale che i rom pensano sia stata chiamata dai vicini. E così il 21 scatta il blitz. Oltre 30 nomadi circondano l'insediamento sparando in aria come nei film western, poi passano decisamente all'azione intimando agli africani di andarsene. Le vittime provano a negoziare ma per tutta risposta uno zingarone punta la pistola alla tempia a un africano e, per fargli capire che non è finta, tira un colpo in aria. Poi cospargono le baracche di benzina e appiccano il fuoco. Dentro gli aggrediti hanno tutti i loro averi, si precipitano a recuperare almeno i documenti e partano altre revolverate sparate ad altezza d'uomo e un paio di sprangate alle gambe. Quindi certi di avere ottenuto il loro scopo, gli zingari se ne vanno.

Il trambusto non può passare inosservato. Arrivano i vigili del fuoco per spegnere l'incendio, quindi il 118 e la polizia. Gli africani finiscono al commissariato Scalo Romana diretto da Angelo De Simone ma, inizialmente spaventati, restano poi sul vago. Il dirigente riesce a convincerli a parlare e il 22 nelle foto segnaletiche, le vittime riconoscono cinque soggetti. E il 23 parte la caccia ai criminali. Il campo viene circondato con una cinquantina di agenti, gli investigatori entrano e identificano tutti. Tre ricercati non sono al campo, due vengono invece scovati e arrestati. In manette finiscono Giuseppe Riccardo Hudorovic, 25 anni, e Fabio Braidic, 42, entrambi con una sfila di precedenti lunga un chilometro, il secondo in particolare è un sorvegliato speciale.

Tante e pesanti le accuse a partire dal tentato omicidio per finire a lesioni e incendio doloso. Gli africani, grazie all'interessamento di De Simone, hanno al momento trovato ospitalità nella comunità francescana di via Saponaro. Al riparo da ulteriori ritorsioni e vendette degli zingari.

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