Scala

Torna la pace alla Scala. Dopo una giornata di trattative intense, gli orchestrali ribelli del Fials hanno accettato di ritirare tutti gli scioperi. Salva la prima del sette dicembre, ma anche tutte le successive rappresentazioni. L’accordo infatti è totale e prevede il ritiro di tutte le forme di protesta da parte di musicisti e coro, che hanno ottenuto in cambio modifiche negli orari e nelle regole di organizzazione del lavoro. È rientrata anche la protesta del ballo.
«Una dimostrazione di grande senso di responsabilità» ammette Domenico Dentoni della Uil, nonostante nei mesi scorsi tra i confederali e la Fials i rapporti fossero molto tesi. I musicisti scriveranno a Letizia Moratti, sindaco e presidente della Fondazione Scala, chiedendole di impegnarsi nel prossimo consiglio d’amministrazione ad affrontare le questioni rimaste insolute, ovvero quelle che riguardano gli aumenti chiesti dagli orchestrali.
Nel frattempo in consiglio comunale scoppia il caso della cena di gala del 7 dicembre.

Il Pd e, a titolo personale, anche alcuni componenti della maggioranza contestano l’organizzazione della serata e il dispendio di fondi in un momento difficile per l’economia. Chiude la polemica il capogruppo di Forza Italia, Giulio Gallera: «Una protesta strumentale. La serata, che è la vetrina di Milano nel mondo, è interamente finanziata dagli sponsor. Il Comune non versa una lira».

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