Sciopero dei trasporti, sospesa Area C

Oggi la città perde i mezzi. Dalle 18 alle 22 si blocca Atm. In sciopero metropolitana, tram e autobus per la protesta nazionale che riguarda il trasporto locale dei grandi centri, come Milano, Torino, Roma, Napoli. Toccata dal fermo anche Trenord: il personale addetto ai treni regionali della Lombardia s'arresta dalle 14 alle 18. Ritardi e cacellazioni di corse possono colpire la tratta Malpensa Express che parte e arriva da Milano Centrale e Milano Cadorna, e si estendono anche al collegamento Bellinzona - Malpensa, alle linee S1, S2, S13 del passante ferroviario, alla S4 che collega Seveso a Comnago; interruzioni di servizi anche sui binari Milano - Varese - Laveno Mombello, Milano - Novara, Milano - Como, Milano - Seveso - Asso, Brescia - Iseo - Edolo. Intanto continua fino a stasera alle 21 lo sciopero di Trenitalia proclamato dal personale adibito alla pulizia dei convogli, degli uffici, delle stazioni dei portabagagli e degli addetti alla piccola manutenzione.
Milano mette i freni voluti dalle organizzazioni sindacali nazionali: Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl trasporti e Faisa Cisal, che non accettano i tagli previsti al servizio e al personale, e protestano contro i mancati rinnovi dei contratti collettivi dei lavoratori. Per agevolare la circolazione le auto oggi potranno entrare in centro città senza pagare il ticket d'ingresso previsto da Area C. Resta attivo invece il divieto di circolazione per i veicoli che superano i sette metri.
Non va in sciopero la preoccupazione dei lavoratori che in questi sei mesi si è accesa per una crisi che risucchia stipendi e possibilità di posti d'impiego. I sindacati nazionali comunicano che «le associazioni datoriali Asstra e Anav si comportano con arroganza e irresponsabilità, essendo intezionate a recidere il contratto di mobilità. Si ostinano a non accettare il rinnovo contrattuale, anche di fronte alla tangibile disponibilità sindacale di entrare nel merito specifico dei temi proposti dalle due associazioni». Oggi la mobilità dei pendolari, di coloro che si spostano con tram o metro, dei turisti in visita a Milano viene duramente colpita. E' un segno che l'Italia continua soffrire una situazione che non vede uno spiraglio di miglioramento. E Milano, per prima, non sta a guardare.
Lo scontento è prorompente ma soprattutto è arrivato a un punto tale che i lavoratori iniziano a dubitare della capacità fattiva dei sindacati. Ieri davanti alla sede della Cisl in via Alessandro Tadino un centinaio di manifestanti di Trenord ha lanciato petardi e messaggi provocatori ai sindacalisti riuniti negli uffici. «Chiediamo di indire un referendum vincolante - spiega Antonino Malara, responsabile delle trattative svoltesi in Trenord -. Un referendum tra i quattromila e duecento dipendenti dell'azienda per l'accettazione del nuovo contratto, come quello permesso da Marchionne alla Fiat di Pomigliano. Abbiamo raccolto duemila firme. Non accettiamo mediatori, pretendiamo d'avere una voce diretta e democratica».
Se il referendum in Trenord non sarà ammesso, i dipendenti hanno già annunciato uno sciopero per il 26 luglio dalle 9.01 del mattino alle 16.59. «Paralizzeremo la circolazione dei treni lombardi - ha concluso Malara -. L'arresto dei convogli sarà totale.

Se non otterremo nulla, ci sarà un ulteriore sciopero pacifico». E poi? «Potremmo decidere di andare anche contro le regole, se altri continuano ad applicare regole che ormai hanno perduto ogni connotato di democrazia e soprattutto d'attualità. Non ci fidiamo più dei sindacati».

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