Scola ai musulmani: insieme contro i disordini

Una lettera in italiano e in arabo, indirizzata ai «cari fedeli musulmani». A scriverla è l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, in occasione della fine del ramadan, il periodo di faticoso digiuno protratto fino al tramonto del sole. «Insieme dobbiamo cercare di smentire chi accusa la religione di fomentare disordini, guerre, razzismo e inciviltà» scrive il cardinale

Islamici a Milano
Islamici a Milano

Una lettera in italiano e in arabo, indirizzata ai «cari fedeli musulmani». A scriverla è l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, in occasione della fine del ramadan, il periodo di faticoso digiuno protratto fino al tramonto del sole. «Insieme dobbiamo cercare di smentire chi accusa la religione di fomentare disordini, guerre, razzismo e inciviltà» scrive il cardinale. E ancora: «Per questo occorre smascherare chi, strumentalizzando la fede, spinge i giovani all'odio e alla violenza verbale, morale e fisica».

Insomma, un invito alla cooperazione, ben oltre il semplice dialogo. «Per la prima volta dalla città di sant' Ambrogio ho il gradito compito di trasmettervi il messaggio augurale del Pontificio Consiglio del Dialogo Interreligioso (PCDI) in occasione della "rottura" del digiuno del mese di Ramadan» scrive Scola. Ricorda come durante il proprio mandato come Patriarca di Venezia, porta d'Europa verso l'Oriente e luogo storicamente contrassegnato da intensi scambi tra popolazioni cristiane e musulmane, abbia espresso più volte «l'importanza di una frequentazione tesa alla conoscenza reciproca di persone e tradizioni». Quegli anni hanno portato alla nascita della Fondazione Internazionale Oasis, con la sua rivita dedicata al tema della multiculturalità.

Anche Milano è toccata potentemente dal fenomeno dell’immigrazione dai paesi dell'Africa del Nord. E Scola ricorda come la Diocesi si sia impegnata «a conoscere il mondo religioso musulmano e a far conoscere la natura dell'esperienza cristiana» come è evidente nel discorso alla città dei Vespri di sant'Ambrogio del 1990, dal titolo Noi e l'Islam del Cardinale Carlo Maria Martini.

«Cari fedeli musulmani - scrive l’arcivescovo -, voi state concludendo il tempo santo del digiuno che tempra lo spirito e il corpo (ancor più affaticato in questo periodo estivo) per sottometterli alla divina volontà. Desideriamo che sentiate la vicinanza della nostra preghiera e attenzione».

Il cardinale Scola vede e sottolinea i punti di contatto: «Cristiani e musulmani sentono oggi la comune responsabilità di fronteggiare una mentalità diffusa che intende svuotare la vita dai contenuti religiosi. Invece giustizia e pace non crescono se non si concepiscono come la risposta ad una chiamata divina».

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