Il cardinale Angelo Scola parla agli insegnanti. «L'educazione non è una tecnica o una serie di tecniche. È un'arte». Poi: «La frammentazione dell'io è nemica dell'educazione. Per educare bisogna partire dall'unità, da un principio esistenziale». E ancora: «L'educazione è un insieme di liberta che, insieme, affrontano l'avventura affascinante di conoscere il reale». Un invito agli insegnanti a non sentirsi soltanto in cattedra, a trasmettere qualcosa di già noto. Invece è importante pensare che «il ragazzo è un fattore di crescita, che può produrre grandi cambiamenti nella mia storia». E ai prof di religione: «Il docente di religione non è un agit-prop della Chiesa cattolica».
Ieri in Duomo l'arcivescovo ha incontrato quattromila educatori che operano nella scuola. Dirigenti scolastici, insegnanti, personale amministrativo, tecnico e ausiliario e i rappresentanti dei genitori di scuole statali e paritarie. L'incontro fa parte delle iniziative organizzate in diocesi per la settimana dell'educazione (dal 21 al 31 gennaio) e prepara la Festa della scuola con Papa Francesco, voluta dalla Cei per il prossimo 10 maggio a Roma.
Operatori delle scuole statali a fianco di coloro che sono impegnati alle private. «L'invito è stato indirizzato ai professionisti impegnati sia negli istituti statali sia in quelli paritari, perché entrambi fanno parte dell'unico sistema nazionale pubblico dell'istruzione» spiega don Michele Di Tolve, responsabile del Servizio per la Pastorale scolastica della Diocesi.
Il Cardinale ha risposto ad alcune domande fatte da un dirigente scolastico di una scuola statale, da un docente di lettere, uno di religione, un insegnante a nome delle associazioni dei docenti, un genitore, un gestore della scuola pubblica paritaria.
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