«Milano deve diventare sempre più citta di incontro di tutte le fedi e di tutte le mondovisioni, nel rispetto, con quella amicizia civica che non esclude la dialettica ma mette il bene comune al di sopra di ogni partigianeria». Così il cardinale Angelo Scola, intervenuto ieri alla cerimonia di inaugurazione del Memoriale della Shoah al Binario 21 della stazione Centrale, al quale erano presenti il sindaco, Giuliano Pisapia, il premier, Mario Monti, il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, Guido Podestà e Roberto Formigoni. Una spinta ad attualizzare apertura e dialogo nella complessità dell'oggi.
«Mi auguro rappresenti un fattore privilegiato per l'edificazione di una nuova ambrosiana civiltà» ha detto il cardinale a proposito del Memoriale. «Questo Memoriale, e tutte le attività ad esso collegate, dice non solo alla nostra città, ma a tutto il Paese e a tutto il Mondo, che cosa è la memoria: non puro ricordo ma opera di edificazione del presente».
Scola ha ricordato anche le molte ombre del passato. «Non mi sfuggono le responsabilità storiche di alcuni rappresentanti della Chiesa di fronte alle tragiche ingiustizie compiute contro i membri del popolo ebraico» sottolinea l'arcivescovo. Nella storia di Milano «non mancano certo gesti di carità tra cristiani edebrei», ma il cardinale ha messo in guardia «dalla tentazione di autogiustificarsi», suggerendo invece di «prendere atto della ferita degli altri, portarne il peso e accettando la propria responsabilità».
In questo periodo di «dolorosa transizione - ha proseguito Scola - il legame tra ebrei e cristiani è chiamato al compito improcrastinabile di essere terreno fecondo dove sviluppare il confronto e l'incontro tra tutti le religioni e le mondovisioni, a partire dagli altri figli di Abramo, i musulmani».
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