Testare il quoziente familiare sulla Tari, coprendo gli sconti destinati alle famiglie con più figli con un fondo aperto anche dagli sponsor. Dopo la tassa sui rifiuti il sistema potrebbe estendersi a Irpef, tariffe per asili e mense scolastiche. Incoraggiare i privati (attraverso incentivi fiscali, semplificazioni al regolamento edilizio e scomputi urbanistici) a mettere a disposizione di giovani coppie e famiglie di nuova formazione case a canone convenzionato o a prezzi non di mercato. E ancora: creare «Centri per la Famiglia», retti da cav e consultori accreditati che sostengano i genitori anche di fronte a «fattori di stress elevati», come «la gestione di adolescenti in età scolastica, lotta al mobbing in classe, al bullismo e al cyberbullismo». Sono alcuni dei punti contenuti nel Piano integrato di politiche familiari elaborato dalla Commissione speciale e bipartisan guidata dal capogruppo di Milano Popolare Matteo Forte e dalla consigliera Pd Roberta Osculati. Un piano redatto consultando nel corso dei mesi associazioni ed esperti, presentato (in parte) ieri in Commissione all'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino e che approderà in aula (dopo varie sedute di commissione) entro fine anno. Il punto di partenza, sottolinea Matteo Forte, «è stato il dato preoccupante sull'andamento demografico». I grandi anziani (over 85) nel 2030 saranno dodicimila in più, sono invece in costante calo (anche nel 2018) le nascite. «Bisogna incentivare le giovani coppie a fare figli» insiste. Un assunto condiviso ovviamente da maggioranza e opposizione, da qui la ricerca di proposte condivise per raggiungere l'obiettivo. C'è l'aspetto casa. Nel pano si propone ad esempio di prevedere in una sezione straordinaria del regolamento edilizio la concessione di agevolazioni e misure speciali per il frazionamento degli appartamenti di ampie dimensioni e favorire gli affitti concordati («molti anziani forse ne approfitterebbero per dividere l'alloggio in due parti e affittare a giovani coppie» sostiene Forte. E c'è l'aspetto più sociale. Oggi operano a Milano 18 consultori pubblici, 9 privati accrediti e tre centri di aiuto alla vita. Ma «la nuova e diversa domanda di servizi - sostiene la Commissione speciale - può essere intercettata solo in parte dai consultori tradizionali. Va creata una rete di Centri per la famiglia, gestiti direttamente dal privato sociale e dalle associazioni familiari», e che forniscano interventi di sostegno (dal favorire l'inserimento a scuola del minore adottato o in affido al supporto in caso di fecondazione medicalmente assistita), che fornisca anche consulenza per prevenire l'allontanamento dei minori.
Parallelamente, si propone di creare degli sportelli «Informafamiglia» a cui rivolgersi per ottenere informazioni su tutti i servizi esistenti a favore della famiglia. Majorino ha sottolineato che «il problema più complesso da affrontare in questo momento è la monogenitorialità».ChiCa
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