«Abbiamo fatto qualcosa ma siamo ben lontani dal poter dire che Milano è una città accessibile». Beppe Sala conferma l'evidenza. Si parla di barriere architettoniche e la mappa sullo stato dell'arte è piena di bollini rossi, i casi più gravi riguardano scuole, trasporti e impianti sportivi. «Avendo fatto una mappatura - ha premesso il sindaco ieri all'incontro con le associazioni dei disabili al teatro Studio Melato - in tempi non lunghissimi potremo avere buoni risultati». E annuncia che per il 2018 il Comune attiverà 44 progetti per un totale di 15 milioni di euro, il doppio rispetto a quelli investiti quest'anno.
Partendo dai dati positivi, a ricevere il bollino verde oggi sono teatri (100%), uffici dell'anagrafe (100%), autobus (100%), mercati e centri aggregativi (76%), biblioteche (70%), parchi (62%), musei (60% a norma e le criticità riguardano soprattutto le sale minori), pagella buona o sufficiente per gli impianti sportivi gestiti direttamente da MilanoSport e sono totalmente accessibili la nuova metropolitana M5 e la M3. Bollino giallo per le linee 1 e 2 (accessibilità minima per il 57,5% delle stazioni) e i tram (appena il 42,1% dei mezzi è a misura di disabili). Bollino rosso agli impianti sportivi del Comune gestiti da concessionari privati, a norma solo il 23% («gli accordi risalgono al passato, nelle nuove convenzioni a bando stiamo fissando dei parametri stringenti» assicura l'assessore allo Sport Roberta Guaineri che sull'abbattimento delle barriere ha investito quest'anno 900mila euro), edilizia residenziale (il dato è in fase di revisione) e scuole (33%). E quest'ultimo è forse il dato più desolante, solo una scuola su tre risulta pienamente accessibile. Entrando nel dettaglio, tra gli asili nido e dell'infanzia superano il test il 35 per cento mentre a metà dell'analisi su primarie e medie il dato scende rispettivamente al 26 e 28%. Da un focus sullo stato delle metropolitane emerge come solo il 13% delle stazioni garantisca l'annuncio sonoro ai mezzanini e in banchina («le informazioni per i non vedenti vanno garantite dall'ingresso in stazione» insiste la delegata del sindaco alle Politiche sulla disabilità, Lisa Noja), il 64% solo in banchina, l'8% non prevede nessun annuncio. La metà delle stazioni è provvista di ascensori (52,3% degli impianti, «un centinaio» ammette l'assessore ai Trasporti Marco Granelli riferendo però che la percentuale aumenterà con l'arrivo di M4 e il prolungamento di M1 verso Monza), il 29,8% allevia alla carenza con i servoscale ma il 27,3% sono inaccessibili. Molto carenti anche i percorsi tattili. E «il grosso scoglio - ammette Granelli - sono i gradini dei 235 tram, stiamo acquistando uno stock di 50 nuovi mezzi a pianale ribassato. E nel 2018 lavoreremo per abbattere le barriere alle fermate della linea 2, 16 e 27». L'assessore ai Lavori pubblici Gabriele Rabaiotti precisa che i 15 milioni saranno spalmati su 44 progetti già inseriti nel Piano triennale delle opere pubbliche. E il collega al Welfare Pierfrancesco Majorino tiene ad aggiungere i «32 milioni nel bilancio 2016» dedicati all'assistenza disabili.
Anche se critiche dal palco sono arrivate dalla portavoce dell'ente nazionale sordi: «Da aprile sono finiti i fondi per gli interpreti e vorremmo sapere come sono stati spesi, c'è stata un'assemblea con i dirigenti del Comune un anno fa e poi non abbiamo mai più sentito nessuno, noi disabili uditivi ci sentiamo esclusi, dimenticati, non lasciateci fuori anche nel 2018».
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