Se Chet Baker fosse vivo e abitasse nel Salento...

Stasera al Parenti, Massimo Popolizio legge testi surreali di Cotroneo nel «buen retiro» del jazzista

Antonio Bozzo

Chet Baker è vivo. Si è rintanato nel Salento e segue la via iniziatica del maestro Gurdjieff, come fecero artisti, principi ed ereditieri a inizio Novecento. Baker, 90 anni portati d'incanto, vive in una casa senza dischi e senza strumenti. Ma se lo andate a trovare, e poi vi allontanate dalla casa dopo aver bevuto qualcosa con lui, vedrete nel cielo una grande e magica tromba d'oro che galleggia come un disco volante. «Si può non restare affascinati da una simile fantasia?», commenta Massimo Popolizio, recentemente apprezzato al cinema in Era d'estate di Fiorella Infascelli.

«Non si può. Quando ho letto il testo di Roberto Cotroneo mi sono entusiasmato. Chet Baker, morto di overdose nel 1988, era e resta un gigante del jazz. L'immaginario prolungamento di vita, escogitato da un Cotroneo in stato di grazia, è la materia di cui è fatto lo spettacolo che porto a Milano per la prima volta. Cotroneo è un pianista mancato, ossessionato da Baker. Nel suo romanzo c'è una visione romantica che incrocia i miei percorsi nel mondo del jazz: ho lavorato con Rava, Bosso, Fresu. In palcoscenico, per Baker, con me c'è il sassofonista Javier Girotto. Interpreta variazioni da pezzi di Baker e aggiunge sue improvvisazioni».

Il segreto di Chet Baker, per la regia di Teresa Pedroni, è in programma solo stasera al Franco Parenti. «Si tratta di un reading con musica dal vivo - dice Popolizio -. Ma detto così significa poco. Uno potrebbe leggersi Cotroneo a casa e sarebbe lo stesso. Invece no, a teatro è meglio. Leggo per far vedere le cose che raccontano le pagine. Interpreto con la voce brani non riscritti, ma montati insieme, per costruire una storia e parlare di jazz in modo filosofico. Baker è morto da angelo, era un personaggio con la vita sintonizzata sull'impossibile. Si drogava senza risparmio. Da ragazzo beveva l'Acqua Velva, sniffava vapori di benzina dai serbatoi delle auto, fumava e si faceva di eroina. Giochiamo con il mito: il viaggio nel Salento, rifugio fantastico di Baker, è anche un viaggio nelle sensibilità dell'autore Cotroneo».

Popolizio, che ama il jazz «perché arricchisce la sensibilità di un attore», suona la chitarra da dilettante. «Mi piacciono queste commissioni jazzistiche, mi danno la possibilità di studiare personaggi importanti. Le biografie vere sono già piene di sorprese, la pura invenzione di Cotroneo è un passo avanti che ha conquistato me e conquisterà il pubblico. Al Vascello di Roma è successo, spero accadrà al Parenti».

Al termine dello spettacolo, dalle 23, sarà possibile (biglietto 10 euro) fare un tuffo nei Bagni Misteriosi

contigui al teatro: l'ex Caimi tornata a nuova vita (grazie alla tenacia di Andrèe Ruth Shammah, alla Fondazione Parenti, a sponsor e cittadini comuni) è un fresco incentivo per restarsene di più nella nostra bella Milano.

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