Se ha coraggio, Sumaya irrida gli integralisti e non la Isoardi

Se ha coraggio, Sumaya irrida gli integralisti e non la Isoardi

Vorrebbe essere spiritosa Sumaya Abdel Qader, e magari lo è. Vorrebbe anche dare una «lezione di femminismo» alla fidanzata di Matteo Salvini, almeno così la vedono estasiati a sinistra. Elisa Isoardi infatti ha pubblicato una foto che la ritrae intenta a stirare (e tutti hanno dedotto che fossero le camicie del leader leghista) e la consigliera comunale ne ha approfittato per rispondere con una foto che al tavolo da stiro vede impegnato il marito, mentre lei resta comoda sul divano. L'operazione è furbetta e riuscita: se fosse solo un gioco mediatico non richiederebbe chiose. Peccato però che Sumaya sia l'esponente di un mondo islamico. E peccato che nell'islam politico il ruolo della donna sia un tasto davvero dolente. Su questo c'è poco da scherzare. In molte realtà arabo-musulmane sopravvivono odiose restrizioni e censure a danno delle donne, considerate sottomesse da un'ideologia costruita sull'ortodossia religiosa. Anche in Italia non mancano le infibulazioni, i veli imposti o forme di sottomissione soft. Gli imam «sconsigliano» le bici o consigliano di aprire negozi di veli. Queste cose, incredibilmente sottovalutate dalle femministe, Sumaya le conosce bene. E allora le prenda sul serio. Pensi alle donne che a differenza della Isoardi non sono libere.

Si faccia promotrice di strappi veri, forti e coraggiosi. Irrida i tromboni del fondamentalismo, non Salvini. Lo faccia, o la foto del marito che stira resterà un alibi, una scenetta da sit-com, artefatta e reticente, che non aiuta le donne musulmane.

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