Cronaca locale

"Se rompi ti ammazzo come ai cani"

Droga ed estorsioni, 13 arresti per 'ndrangheta nel clan Barbaro

«Vedi non voglio arrivare a questo, ma tu mi stai portando a queste conseguenze: tu non devi rompere le scatole vedi che ti ammazzo, come ai cani ti ammazzo». Così Rocco Barbaro, 29 anni, finito in carcere su ordine del gip di Milano, è stato intercettato dalla Guardia di finanza mentre raccontava alla moglie di come aveva minacciato un uomo, dopo «aver poggiato la pistola sul tavolo», per riscuotere un debito di 20mila euro per una partita di marijuana. «Me ne sono andato, sua moglie accucciata sul divano, lui tremava con le lacrime agli occhi» dice Barbaro, in un passaggio della conversazione intercettata e inserita nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo di stampo mafioso. Arrestato anche il padre Antonio Barbaro, 52 anni, che con il figlio sarebbe a capo del gruppo che da Casorate Primo, dove da anni sono impiantate solidamente molte famiglie 'ndranghetiste di Platì, trafficava ingenti quantitativi di cocaina e marijuana tra Lombardia, Piemonte e Liguria. I due, come richiesto dal pm della Dda Gianluca Prisco, sono finiti in carcere come «promotore e organizzatore» dell'associazione di cui farebbero parte anche le rispettive mogli. Proprio alle donne era riservato un ruolo fondamentale nell'organizzazione «durante le operazioni di prelievo, consegna, confezionamento dello stupefacente, nonché durante le operazioni di conteggio dei proventi illeciti incassati».

Un'operazione antimafia tra le province di Milano, Pavia, Reggio Calabria e Torino e che ha visto impiegati oltre cento finanzieri per eseguire 13 ordinanze di custodia cautelare per personaggi contigui a storiche famiglie 'ndranghetiste di Platì e radicatesi nel Nord Italia. Le ipotesi investigative sono «associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto di armi da sparo ed estorsioni perpetrate in Lombardia con l'aggravante del metodo mafioso».

Le Fiamme gialle pavesi con il supporto dei reparti territoriali, di decine di Unità anti terrorismo, unità cinofile e mezzi aerei sono state impegnate nella cattura dei ricercati anche nella roccaforte di Platì dove i principali responsabili si erano spostati, facendo poi la spola con la Lombardia.

Dalle indagini risultano essere numerose le estorsioni nei confronti di soggetti che ritardavano a pagare la droga che, soprattutto cocaina e marijuana, veniva trattata in ingenti quantità utilizzando società di servizi e imprese edili fsulle per emettere fatture false e occultare i proventi illeciti.

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