Sea, caos in Consiglio Pisapia perde le staffe «Forcaioli solo con me»

Sea, caos in Consiglio  Pisapia perde le staffe «Forcaioli solo con me»

«Assolutamente tranquillo». Fino a ieri mattina il sindaco non aveva neanche deciso se intervenire in consiglio comunale sull’affaire Sea. L’intercettazione tra il patron di F2i Vito Gamberale e un esponente del Pd sul bando del Comune «cucito su misura» gli costa la prima inchiesta sulla giunta arancione a neanche 9 mesi dall’elezione. E Giuliano Pisapia - dopo la relazione tecnica dell’assessore al Bilancio Bruno Tabacci - alle 17.20 interviene, eccome. Venti minuti in cui non cita mai Gamberale ma insulta l’opposizione e apre un comizio sui progetti per la città, dalle piste ciclabili all’aria più pulita («sia quella che respiriamo che morale»). É «deprimente - attacca il sindaco di tutti - che un’opposizione garantista anche di fronte al bunga bunga strumentalizzi qualcosa di inesistente. Che si sia garantisti con quelli della propria parte e forcaioli con gli avversari politici è inaccettabile. Non accettiamo lezioni da simili maestri». Eppure. La lezione dell’avvocato-sindaco Pisapia sul garantismo a senso unico dura poco: Milano non è la Lombardia, «il procedimento su Sea non ha nessun iscritto al registro degli indagati» per il momento «mentre ogni ora ci sono nuovi indagati non certo dalla nostra parte politica ma dalla vostra». Parla della Regione Lombardia dove ieri l’assessore Romano La Russa, fratello del coordinatore nazionale Pdl, è stato indagato per finanziamento illecito ai partiti nell’ambito dell’inchiesta Aler. «Ignazio La Russa - affonda il sindaco - che sulla questione di Sea ha voluto speculare ora che non è più ministro e non gioca ai soldatini pensi a casa sua. Perchè oggi si è chiusa un’inchiesta con indagati appartenenti anche a questo consiglio comunale e della vostra parte», il Pdl Marco Osnato. Bagarre dai banchi del centrodestra. Il coordinatore cittadino del Pdl Giulio Gallera gli rammenta che «fino a sentenza esiste la presunzione di innocenza», il capogruppo Carlo Masseroli si dice «garantista con amici e avversari, non avrei problemi a mangiare un piatto di cozze pelose col sindaco Pd di Bari» ironizzando sui dettagli dell’inchiesta che vede coinvolto Michele Emiliano.
L’aula si scalda, Pisapia prosegue nella raffica di accuse. Si rivolge al Pdl Riccardo De Corato «ogni volta che lei fa dichiarazioni sono contento perchè guadagno consenso, ma non accetto lezioni di etica». De Corato gli presenta la fedina immacolata, in 15 anni da vicesindaco mai sfiorato da indagini. Pisapia è «tranquillo» sul bando Sea «non abbiamo nulla da temere» i cittadini «sono frastornati da informazioni fuorvianti ma come ho sempre detto, nelle intercettazioni ci sono spesso millantatori, qualcuno può riferire fatti veri o falsi o anche fatti che non si conoscono ma si spera avvengano». Il leghista Alessandro Morelli provoca, «quello che definisce millantatore è lo stesso Gamberale a cui ora vorrebbe vendere un altro pezzo di Sea?». Battutine che innervosiscono il sindaco. Assicura che l’inchiesta non avrà impatto sulle scelte del Bilancio. Avanti tutta con la dismissione di Sea, anche se prende sempre più quota l’ipotesi della quotazione. Il Comune «non si accontenterà di un piccolo cabotaggio, il nostro bilancio non sarà una lista della spesa e non subirà veti incrociati». Con toni da campagna elettorale, promette che le periferie «non saranno più luoghi desolati», il traffico «non soffocherà le strade». Il leghista Matteo Salvini avverte: «Siamo ostaggio di Tabacci, un vecchio democristiano che vuol vendere tutto, faremo le barricate per difendere i 5mila lavoratori Sea».

Per Gallera «il sindaco era in grande imbarazzo ha fatto un intervento inutile senza chiarire i fatti». Lasciando l’aula non risponde alla richiesta di istituire una commissione di indagine interna. E per presentarla al Pdl non bastano i voti.

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