Serpeggia una certa tensione dietro il nuovo acquisto delle quote Sea da parte di F2i. Vito Gamberale, titolare del fondo che ha appena messo a segno l'affare d'oro, smussa i toni e sostiene che con il Comune non ci sia alcun dissappore. «Se abbiamo fatto questa operazione - spiega - è perché c'è il consenso del Comune, altrimenti non l'avremmo mai fatta». Ma, a sentire il sindaco Giuliano Pisapia e il direttore generale Davide Corritore, le cose suonano assai diverse. «Nessun rappresentante dell'amministrazione comunale ha mai espresso alcun assenso o giudizio relativamente all'acquisizione da parte del Fondo F2i delle azioni possedute dalla Provincia».
Il sindaco chiede quindi un chiarimento con il socio F2i, detentore del 44,3% delle azioni di Sea, ma sempre socio di minoranza. Nel frattempo Gamberale non perde tempo. Non sembra avere nessuna intenzione specifica di diventare socio di maggioranza di Sea ma pare ben disposto a «valutare» altre possibili acquisizioni qualora Palazzo Marino ne avesse necessità per ragioni economiche. «Valuteremo con il Comune in maniera costruttiva». Ma se così fosse, il fondo privato metterebbe a segno una scalata in piena regola, sbaragliando il socio pubblico. «L'Opa sarebbe stata un atto ostile verso il Comune, che invece non avremmo mai fatto» spiega Gamberale in riferimento all'ipotesi che, se il fondo avesse voluto crescere nell'azionariato dopo una quotazione in Borsa, avrebbe dovuto lanciare un'offerta pubblica d'acquisto.
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