«Sempre pronto alle primarie di centrodestra»

Matteo Salvini non ha mai nascosto la sua ambizione di candidarsi a sindaco di Milano. E ancora adesso continua a non nasconderla, nonostante le polemiche che si sono scatenate su di lui, accusato di rappresentare l'ala estremista e xenofoba sulla Lega. Negli ultimi giorni, Salvini è stato attaccato anche per una visita in Corea del Nord insieme al senatore Antonio Razzi da cui è tornato entusiasta: «Ho visto un senso della comunità splendido». Ma lui non arretra. Al contrario, lavora sempre più allo scoperto per costruire la propria candidatura. A ottobre organizzerà un'iniziativa pubblica con un gruppo di associazioni: «L'idea è di non fare una battaglia politica, ma sociale. Partiremo dal basso, da chi condivide la visione di una Milano più bella e più sicura. Se poi si aggregheranno anche i partiti, tanto meglio».

Allora è deciso: vuole candidarsi a sindaco?

«Trovo un sacco di gente che me lo chiede, poi decideranno i milanesi. Per me, e l'ho sempre detto, la sfida più grande è governare la propria città. È una cosa che porto nel cuore».

Lei è il segretario della Lega. Come può pensare a un candidato sindaco di Milano leghista, quando la Regione ha già un presidente della Lega?

«Ormai la gente non sceglie più per le etichette di partito, ma sceglie la persona. Matteo Renzi sarà mica un esponente del Pd... La gente oggi sceglie per altri criteri, non perché sei della Lega o di un altro partito».

Un ragionamento difficile da accettare per gli esponenti degli altri partiti.

«Dobbiamo ancora capire che cosa ne pensa Forza Italia».

Maroni dice che non ci sono le condizioni per un'alleanza di centrodestra. Lei dissente o vuole candidarsi da solo?

«Se sono gradito dal centrodestra, ci sono. Certo non punto i piedi per fare il sindaco di Milano. Sono disponibile se servo».

Sempre intenzionato a fare le primarie?

«Certamente, se ci sarà bisogno. Tutto quel che serve a coinvolgere i cittadini, per me è benvenuto. Milano aspetta solo la scintilla».

Vorrebbe anche un'alleanza con Ncd?

«Se si votasse domani mattina, diciamo che sarei in difficoltà. Ma sì, vedo possibile anche un'alleanza con il Ncd, se esce dal governo. Adesso con Alfano proprio no. Non posso allearmi con qualcuno che è il ministro dell'invasione, secondo noi il peggior ministro di sempre. Se arriviamo in queste condizioni, direi proprio di no».

Qual è il progetto politico a cui pensa per candidarsi?

«Salvare questa città triste, malridotta, in cui i problemi di sicurezza sono altissimi. Pisapia è anche una brava persona, però Milano è messa proprio male. Io vengo fermato ogni dieci metri da qualcuno per strada che si lamenta di Pisapia e si rivolge a me con affetto. Un panettiere, un edicolante, tantissime persone comuni hanno fiducia in me».

Meglio fare il sindaco che qualunque altra cosa?

«Sì, anche se è il

mestiere più difficile e meno pagato. Ma lo ripeto: non punto i piedi. Ci sono solo se servo. E ricordo che posso contare anche su dieci anni di esperienza d'opposizione a Palazzo Marino. Conosco Milano e i suoi problemi».

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