Una sentenza blocca il tunnel per la Brianza

Già stanziati dal comune di Monza dodici milioni

Colpo di scena, stop alla gara per il tunnel monzese di viale Lombardia. Il Consiglio di Stato annulla la revoca del contratto del 2005, dopo dieci anni spesi per aprire il cantiere e un progetto lievitato nei costi a 230 milioni di euro, 90 in più del previsto con tanto di sdoppiamento in due tranche.
Indietro tutta con la sentenza del Consiglio di Stato che dà ragione a Impregilo nel suo appello contro Anas: la sentenza annulla il provvedimento con il quale l’ente stradale aveva revocato il contratto dopo l’intervento dell’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, che contestava la scelta di affidare i lavori alla sola Impregilo. Chiaro a tutti che, adesso, il futuro è incerto e che sono rimaste lettera morta le promesse «regalate» dal ministro Antonio Di Pietro all’ex amministrazione Faglia.
Mentre l’assessore lombardo alla Viabilità Raffaele Cattaneo ha chiesto una relazione agli uffici, l’assessore monzese Massimiliano Romeo si prepara a riferire al consiglio comunale. Intervento che, temporalmente, potrebbe seguire una protesta in strada di assessori e consiglieri comunali della Casa delle libertà: il Comune di Monza, ricordano, ha già stanziato qualcosa come dodici milioni di euro per una serie di lavori accessori al tunnel vero e proprio e, soprattutto, «vogliamo dare una risposta concreta e urgente a quel nodo viabilistico di viale Lombardia, insostenibile sia per l’ambiente sia per il traffico».


L’opposizione tace, il quadro è complicato e i comitati cittadini che vivono asserragliati da un’autostrada in mezzo alle case sono pronti ad incatenarsi contro la doccia fredda arrivata dal Consiglio di Stato, «sappiamo però, stavolta, di non essere soli, con noi c’è anche il Comune di Monza».

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