«Le Province non sono state abolite». Parola del presidente Guido Podestà che punta a far luce sui paradossi della riforma Delrio. «Dire che le province sono state abolite è una presa in giro: siamo davanti a una proposta di riforma costituzionale per la cancellazione delle province come termine. Le province sono amministrazioni territoriali che erogano servizi: con le legge Delrio è stata cancellata solo la governance». Fino al 31 dicembre presidente e assessori rimangono in carica senza stipendio, e sono al lavoro «per portare avanti il proprio impegno verso gli elettori e rispettare il mandato elettorale», mentre il 23 giugno è stato sciolto il consiglio provinciale in vista delle elezioni del nuovo consiglio metropolitano (28 settembre). In sostanza resta tutto come prima dal punto di vista «funzionale e amministrativo» come spiegavamo ieri su queste pagine. Dal 1 gennaio dunque entrerà in funzione il nuovo consiglio: mentre finora i cittadini sceglievano direttamente il governo della Provincia, ora si parla di elezioni di secondo livello, ovvero per il consiglio della città metropolitana sono candidati sindaci e consiglieri dei 134 comuni. «In sostanza non solo il governo del nuovo ente non viene scelto direttamente dai cittadini, ma dalle segreterie dei partiti - attacca Podestà - ma così decade il legame di terzietà con i propri elettori». Rischia di profilarsi un «conflitto di interessi territoriale»: chi sarà chiamato a prendere decisioni scomode come l'ubicazione di un termovalorizzatore agirà nell'interesse del proprio territorio. Compito della provincia era quello di contemperare interessi e bisogni di tutti i 134 comuni. «Attenzione - avverte - dal 1 gennaio il governo passa alla città metropolitana, ma i 134 comuni restano tali. Che competenze precise avrà il nuovo ente non è ancora dato sapere, ma è chiaro che trasporto, manutenzione delle strade, scuole superiori, politiche del lavoro, tematiche ambientali sono temi sovracomunali che fino al 31 dicembre restano in capo alla Provincia, per passare al nuovo ente finchè non saranno ridefinite le funzioni della Regione. Questo vale per funzionari e dipendenti: rimangono e continuano a fare il loro lavoro». Ma per aggiustare la strada o riscaldare le scuole servono risorse... «Il 76% delle entrate correnti arriva dalle entrate tributarie - spiega il presidente-: RC auto (49,4%), Ipt (28,2%), compartecipazione al bollo auto. Segue il tributo provinciale per le funzioni di tutela, protezione e igiene dell'ambiente - Tefa (9,5%)».
Il grosso del bilancio deriva dal mercato dell'auto, che da anni è in crisi: «Ad aggravare il quadro i tagli del governo. Ma noi dobbiamo continuare a riscaldare le scuole e manutenere le strade, anche con la riforma Delrio...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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