Sermoni arabi tradotti in italiano? L'ira musulmana contro il Comune

Il bando per le moschee garantisce punti in più a chi mette i «sottotitoli» agli imam: l'assessore Majorino viene contestato in rete. Gente in coda ai banchetti di Fi e Lega

L'assessore al Welfare ha «passato ore a discutere via Facebook e via mail con ragazzi musulmani» come riferisce lui stesso su «un aspetto della delibera sui luoghi di culto che non ci vede d'accordo». Diciamo pure che, a scorrere alcuni di quei messaggi, i giovani musulmani si sono letteralmente infuriati con Pierfrancesco Majorino che ha condotto le trattative con il mondo islamico e le altre associazioni religiose che aspirano ad uno dei tre luoghi di culto che il Comune metterà a bando. Si tratta dell'area sul retro del Palasharp, gli ex bagni pubblici di via Esterle, di un'area in via Marignano. La giunta ha votato venerdì la delibera con i criteri che saranno inseriti in quel bando, un elenco di elementi «premianti» e di obblighi. E non ha gradito affatto, una parte della comunità islamica, l'inserimento a sorpresa dei «punti in più» riservati a chi tradurrà i sermoni in italiano.

Se lo sarebbero aspettato dal centrodestra, che ha rivendicato almeno i sermoni in italiano e ieri ha raccolto firme in piazza contro le moschee. Ma dalla sinistra suona come un affronto. Majorino: «Non sarà un obbligo».

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