Gaber ha vissuto Milano in tutte le sue anime. Dagli anni del boom economico a quelli cupi della contestazione; dalla Milano da bere a quella che si chiude in se stessa. Lo cantava il signor G quando trascinava la gente con «Com'è bella la città, com'è grande la città, com'è viva la città, com'è allegra la città». E non c'era bisogno di chiamarla per nome. Tra amanti, basta lo sguardo o il tono della voce. Adesso, a dieci anni di distanza dalla sua morte, è una Milano diversa, non priva di rimpianti. E allora, sembra appropriato il titolo dello spettacolo di Gianfelice Facchetti Com'è bella la città, in scena domani al Teatro Studio perché, richiamando alla mente la canzone di Gaber, sembra sottintendere a tutto quello che ci siamo lasciati alle spalle. La Milano di quando ancora c'era la nebbia e il Derby era un luogo dove raccontarla. E così, attraverso spunti e citazioni tratti dall'opera di Gaber, Facchetti lo riporterà tra noi. Gaber era l'artista che trovava il corretto impasto tra aforismi e citazioni, il cantautore che, a tempo di musica, cadenzando ogni parola delle sue canzoni con gesti divertenti ed espressivi, ha ritratto impietosamente la società con tratti ironici e a volte scomodi. L'artista che, privo di qualsivoglia etichetta, ha raccontato con grande personalità di un'Italia immatura.
Fino al 24 aprile, nello spazio Primo Piano delle Officine Creative Ansaldo, (in via Tortona 54) è stata allestita una mostra dedicata al grande Giorgio Gaberscik portando sotto i riflettori materiali e video d'archivio che, documentando la sua carriera, rendono omaggio al padre del teatro-canzone. Qualcuno era... Giorgio Gaber è costituita da 42 pannelli che, attraverso diversi linguaggi e numerosi documenti, (dalle fotografie, alle riproduzioni grafiche di copertine, dalle locandine ai manifesti, dalle interviste e recensioni), ricostruisce in modo cronologico, la carriera del Signor G. Alla rassegna Milano per Giorgio Gaber, promossa per ricordare l'artista a dieci anni dalla scomparsa, collabora anche il Piccolo Teatro che, offrendo il suo palcoscenico, ospita alcune serate che coinvolgeranno il pubblico in un approfondimento della poetica di Gaber.
Al Teatro Studio, oltre all'appuntamento di domani con Facchetti, va ricordato che questa sera è in programma Gaber se fosse Gaber, incontro-spettacolo promosso da Andrea Scanzi che, consacrandosi al teatro-canzone di Gaber, racconta il percorso artistico del Signor G Luca & Paolo, invece, tornano a grande richiesta, il 22 e il 23 marzo, al Teatro Strehler, con Non contate su di noi, un originale e personale omaggio alla produzione di Giorgio Gaber e del suo grande amico Sandro Luporini. Con questo spettacolo Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu che, ancora aspiranti attori avevano conosciuto personalmente Gaber, portano in scena quel teatro che, sollecitando le coscienze, è sempre di viva attualità.
Tra monologhi, canzoni e dialoghi, pezzi noti ma anche meno famosi, tratti da spettacoli originali e rivisitati in modo rispettoso dai due attori, si nascondono testi scritti dai «due allievi» che cercano di imitare lo stile dei loro maestri.
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