Nella campagna per le Regionali irrompe la famiglia. Oggi alle 14 e 30 in corsia dei Servi l'associazione delle Famiglie sottoporrà ai candidati al Consiglio regionale il suo documento, un manifesto che propone «buone politiche» e che viene sottoscritto da diversi candidati di differenti partiti.
Al momento, annunciano i promotori, hanno firmato il manifesto una decina di candidati fra Milano e Monza: Silvia Sardone e Federico Romani di Forza Italia, Luca Del Gobbo e Deborah Giovanati per «Noi con l'Italia», Fabio Pizzul, Gigi Ponti e Laura Barzaghi del Pd, Claudio Cobianchi, Roberto Perego e Maria Chiara Nardelli di Energie per la Lombardia.
E il tema della famiglia divide, nettamente, i due schieramenti più importanti in corsa per il Pirellone alle elezioni del 4 marzo. Attilio Fontana, candidato del centrodestra, intitola un capitolo: «Sociale: tutelare valore e dignità delle persone» e annuncia l'intenzione di continuare con «la positiva esperienza del «Reddito di autonomia». Il centrodestra ha introdotto il «Fattore famiglia» e Fontana lo definisce «strumento innovativo ed integrativo». Adesso il problema sarà finanziarlo adeguatamente. In un paragrafo intitolato «Più sostegno alle famiglie» si parla della «attesa di un figlio». Regione Lombardia - ricorda il candidato - ha garantito la misura «Nidi gratis» a 15mila famiglie con una spesa di 32 milioni all'anno. «Nostro obiettivo - fa sapere Fontana - è ampliare gradualmente la platea dei beneficiari». A proposito della conciliazione vita-lavoro, si cita la «sperimentazione di nuove forme di sostegno alla genitorialità (come i voucher per l'acquisto di servizi di baby sitting oppure i contributi utili a pagare i servizi per l'infanzia pubblici o dei servizi privati accreditati)».
Ci sono obiettivi in comune fra i due candidati, ma anche accenti diversi, logiche diverse e differenti impostazioni. Fontana prevede «sostegno concreto» ai genitori separati o divorziati, Gori analizza il fenomeno delle «famiglie a geometria variabile», indica «politiche di sostegno al reddito sia diretto sia indiretto» e «politiche di conciliazione dei tempi di lavoro e di cura», specificando che «politiche di sostegno dovranno essere allargate anche alle unioni civili previste dalla norma nazionale».
I temi etici dividono, anche in Lombardia. Significativo che nel programma di Gori un paragrafo sia intitolato «diritti negati» e dedicato all'interruzione di gravidanza: «Il percorso - si legge - è molto difficoltoso». Gori dunque, oltre a «campagne di informazione sensibilizzazione, tradotte in più lingue per prevenire maternità indesiderate», prevede la «assunzione di medici ginecologi non obiettori tramite concorsi ad hoc» e la «somministrazione della igv farmacologica in day hospital».
Sulla vita, il centrodestra, tutto, ha un'impostazione opposta. L'assessore al Welfare Giulio Gallera ha incontrato Paola Bonzi del centro di aiuto alla vita della Mangiagalli. Ed è stata l'occasione - ha detto - di un «riconoscimento a una donna e a una realtà straordinari» e l'opportunità di parlare del bonus famiglia, che si innesta sul fondo Nasko, nato per aiutare le donne intenzionate ad abortire per motivi economici.
Altro punto su cui i due schieramenti sono divisi sono le politiche sulle droghe, e anche il possibile utilizzo come «cura» dei farmaci a base di cannabinoidi, che Gori prevede espressamente, dopo il recente «no» della Regione alle proposte dei Radicali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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