Uno sgombero fra le fiamme al campo nomadi in via Idro

Iniziata la chiusura dell'area col trasferimento delle famiglie rom E partono roghi di auto e baracche. Centrodestra contro il Comune

Uno sgombero fra le fiamme al campo nomadi in via Idro

Incendi a raffica al campo nomadi di via Idro, alla vigilia dello sgombero definitivo. Almeno cinque roghi a ieri pomeriggio, secondo i vigili del fuoco, costretti a interventi ripetuti. Auto, roulotte e baracche. E on line è stato pubblicato un video (di Repubblica Tv) in cui un giovane dice: «Bruciamo tutto».Gli incendi, infatti, vengono collegati allo sgombero in atto. O meglio al trasferimento, come preferiscono dire a Palazzo Marino.

Il Comune dieci giorni fa ha dato notizia della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dalle famiglie del campo che chiedevano di sospendere la chiusura, decisa dopo anni di proteste dei residenti. Lo stop è stato deciso dal Comune col consenso della Zona, che - come ricorda il presidente Mario Villa - ha condiviso la scelta di chiudere con la raccomandazione di trovare sistemazioni per il maggior numero possibile di famiglie. L'assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, ha parlato della chiusura (di «situazioni di rischio ambientale, sociale, igienico-sanitario di sicurezza urbana») accompagnata da «concrete e adeguate alternative alle persone e soprattutto alle famiglie con minori».

Un «processo di integrazione» che distinguerebbe questo trasferimento dagli sgomberi passati. «La precedente giunta - ha detto l'ex vicesindaco Riccardo De Corato - sgomberavamo i nomadi davvero, mentre adesso vengono alloggiati altrove a carico dei cittadini. E non è la prima volta: alcuni hanno ricevuto addirittura moduli prefabbricati con aria condizionata, case popolari attraverso il terzo settore e tutte quelle misure di mitigazione del disagio alle quali molte famiglie italiane non riescono ad accedere». Dura la Lega: «Ringraziamo i rom di via Idro - ha detto il capogruppo Alessandro Morelli - per aver agevolato il lavoro delle ruspe sul campo che va sgomberato». Morelli assicura che «con Stefano Parisi sindaco e la Lega al governo della città» non saranno più tollerati «degrado, sporcizia e topi», «visto che aree come quella saranno tutte sgomberate, ripulite e riconsegnate alla città».

«Di fronte al disastro in corso con fiamme e danni - ha concluso - è palese ed evidente l'assenza di qualunque volontà di rispetto delle regole e per questo l'ennesima concessione fatta dall'amministrazione Pisapia è un errore cui non noi cadremo». «Gli incendi appiccati sono una chiara dimostrazione della mancanza di volontà di integrarsi», rincara il capogruppo (e possibile candidato presidente) di zona Samuele Piscina, che chiede alla giunta di ritirare le proposte su alloggi e lavoro.

D'accordo col Comune il candidato Beppe Sala: «La scelta di chiudere segue la logica dell'inclusione sociale. Non intendiamo spostarli in altre zone a creando nuove favelas, ma nel tessuto urbano ordinario, quale punto strategico per una vera integrazione».

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