E meno male che la giunta Pisapia aveva solennemente promesso ai cittadini che «il cantiere avrà il minor impatto possibile sulla viabilità». A due mesi dall'arrivo delle ruspe di «Expo Borgogna Parking» è già il caos nell'area che comprende via Borgogna, via Durini e via Cerva. Non passa infatti giorno che non sorgano nuove palizzate che estendono a macchia d'olio un cantiere che ormai occupa quasi l'intera via Borgogna, tra i rumori assordanti delle trivelle e il grave disagio dei residenti, ma soprattutto degli addetti al commercio. Vana ed accorata era stata una lettera aperta inviata nelle scorse settimane dal Comitato dei residenti e dei commercianti di via Borgogna al sindaco, all'intera giunta, al Prefetto alla Sovrintendenza, alla Protezione Civile e al Comando dei Vigili. Nella lettera, di cui pubblichiamo alcuni stralci, i residenti contestano l'inopportunità di un nuovo parcheggio sotterraneo di quasi 400 posti in un'area che pullula di autosilos semivuoti. «Nonostante lo scenario della sosta e della mobilità nel centro cittadino sia radicalmente mutato - si legge - a distanza di oltre quindici anni da quel controverso Piano Parcheggi, il Comune, contraddicendo i propri atti ed indirizzi programmatici, ha deciso di far realizzare un parcheggio interrato inutile e dannoso per l'interesse pubblico dell'intera collettività. Quello di via Borgogna è infatti un indegno esempio di mera speculazione edilizia privata, mascherata dai connotati del pubblico interesse. Non può essere definita altrimenti l'opera in questione, che su 325 posti auto complessivi ne riserva ben 238 che significa 3 piani su 4 dell'intero parcheggio ad usi esclusivamente privati, destinando a postazioni pubbliche a rotazione soltanto i restanti 87. È forse questo un servizio reso al pubblico?(...)». Nella lettera appello si denuncia anche l'assenza di solidità e l'insostenibilità del progetto sotto il profilo economico-finanziario, che rischia in futuro di ricadere sulle spalle della collettività. «La società costruttrice, la Expo Borgogna Parking S.r.l., ha gonfiato con prezzi del tutto non congrui e fuori dal mercato i ricavi previsti nel piano economico finanziario del progetto, stimando la vendita dei posti auto ad un costo (110.000 euro per ciascun posto auto privato) che è doppio rispetto a quello di mercato corrente per i posti auto nella medesima zona (pari a circa 50.000 euro). A ciò si aggiunga che il costruttore ha fornito una fideiussione assicurativa rilasciata da parte di una società di un Paese black list e che lo stesso piano economico finanziario è stato asseverato da Banca Etruria, nota per le recenti vicende che ne hanno evidenziato il dissesto.
Non ci si spiega come il Comune abbia ritenuto sufficiente tale documentazione tanto inaffidabile se non al solo scopo di concludere una procedura spiccatamente transattiva per evitare possibili contenziosi con la società, ma senza alcun riguardo all'interesse dei cittadini ed alla corretta e prudente gestione del denaro pubblico, pur trattandosi di un'opera dal punto di vista di chi la deve pagare pubblica».MdM
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