Si parte con sorrisi e fair play Il Pdl sceglie due capigruppo

Il gesto simbolo della giornata non è una foto provocante, ma un raffinato mazzo di fiori bianchi sul banco della leghista Silvana Santisi in Saita, sindaco di Seriate, eletta a Bergamo, 74 anni, colei che per meriti di anzianità ha guidato i lavori dell'aula fino all'elezione di Raffaele Cattaneo, l'ex assessore scelto come presidente del consiglio regionale.
È tutto un po' più grigio, rispetto alla scorsa legislatura: ogni volta che si riuniva l'aula non si sapeva bene che cosa potesse accedere. Un clima anni Ottanta travolto da una novella Mani pulite. E il nuovo grigio Milano è più rassicurante.
Niente eccessi. Né tacchi troppo alti né abiti appariscenti. L'accessorio simbolo della nuova era Maroni è la décolletée nera. Il rinnovamento c'è stato, almeno dal punto di vista estetico. E anche se in consiglio le donne sono poche, e siamo ben lontani dal cinquanta per cento voluto in giunta da Roberto Maroni, una dei due vicepresidenti è donna, la pd Sara Valmaggi. E a sorpresa una signora riesce a ottenere l'ambito incarico di consigliere segretario, uno dei membri dell'ufficio di presidenza. È Daniela Maroni, omonima del neo governatore ed esponente della Lista Maroni.
Possiamo muovere da qui per raccontare la prima disfida interna alla maggioranza che ha inaugurato la legislatura. Sembrava che quell'incarico dovesse toccare al Pdl, ed era già partita la gara tra i contendenti, pareva dovessero arrivare alla meta Fabrizio Sala o Alessandro Colucci, e invece l'incarico è toccato a un'esponente della Lista Maroni, che può contare su ben undici consiglieri (la Lega ne ha quindici e il Pdl diciannove) e un solo esponente in giunta, l'assessore allo Sport, Antonio Rossi.
Una botta per Mantovani. E per la maggioranza che deve ancora far quadrare gli equilibri. Tra Pdl e Lega. Ma anche all'interno del Pdl, dove le due anime che tradizionalmente fanno parte del partito, quella cattolica vicina a Cl e l'altra liberal, fanno fatica ad amalgamarsi davvero. Così, se il presidente del consiglio, il formigoniano Raffaele Cattaneo, è stato eletto con quarantanove voti, la serata in viale Monza per scegliere il nuovo capogruppo ha avuto un risultato sorprendente. Due capigruppi. Mauro Parolini, bresciano, vicino a Cl, il tutor. E Claudio Pedrazzini, sponsorizzato e difeso da Mario Mantovani, il giovane. Due capigruppo. Una novità, ma soprattutto un segnale netto di divisione.
La riunione di martedì sera è andata avanti fino a mezzanotte. In giunta l'area liberal è stata molto premiata. E l'unico esponente vicino a Cl a diventare assessore è stato Mauro Melazzini, ex assessore alla Sanità passato ad occuparsi di Attività produttive. Ma in consiglio i ciellini sono sette su un totale di diciannove consiglieri del Pdl. A costoro si aggiungono singoli consiglieri che si sono sentiti trascurati dalle scelte di Mantovani, che ha condotto le trattative con la Lega. E alla fine i nodi sono venuti al pettine. Al momento della conta il gruppo si è spaccato in due e si è preferito evitare il voto. Ma ce n'è abbastanza per impensierire chi desidera una maggioranza compatta. E lo stesso Mantovani la considera soltanto una soluzione ponte, in attesa di equilibri nuovi.
Nell'attesa la sinistra tende la mano al neo governatore. Dice Ambrosoli: «Non diamo a Maroni nessun assegno in bianco, ma siamo consapevoli che dovremo fare un'opposizione costruttiva». L'aula ha eletto anche i due vicepresidenti. Oltre alla Valmaggi, il leghista Fabrizio Cecchetti: entrambi sono stati riconfermati dalla scorsa legislatura. Il secondo consigliere segretario, accanto alla Maroni, è il 5Stelle Eugenio Casalino.

Come è noto, sia Cattaneo che Valmaggi e Cecchetti, come tutti i consiglieri eletti nel 2010, sono indagati per i rimborsi ai gruppi consiliari. Tutti hanno promesso di lasciare in caso di rinvio a giudizio o di condanna.

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