Cronaca locale

Sinagoga, bar e scuole Ora è massima allerta sugli obiettivi a rischio

Ieri il vertice straordinario in prefettura Sale la vigilanza per i luoghi di preghiera ma anche per gli esercizi commerciali

Ieri mattina il sindaco Giuliano Pisapia non ha mandato il suo assessore alla Sicurezza Marco Granelli, ma si è presentato di persona al Comitato per l'ordine e la sicurezza in prefettura convocato in forma straordinaria dal viceprefetto vicario Giuseppe Priolo. Piccoli gesti, cambiamenti solo all'apparenza formali, ma che testimoniano quanto il caso di Nathan Graff - l'ebreo 40enne accoltellato giovedì sera all'angolo tra viale San Gimignano e via Arzaga in piena zona ebraica (Bande Nere) da uno sconosciuto incappucciato che voleva eliminarlo - sia stato preso in seria considerazione. E come possa rivelarsi pericoloso nel caso in cui la pista antisemita prendesse veramente corpo. Così, alle 9, il primo cittadino e tutti i massimi rappresentanti delle forze dell'ordine riuniti a palazzo Diotti, hanno ricevuto i rappresentati della comunità ebraica.

Anche se, in assenza di rivendicazioni, dal punto investigativo nulla può essere opzionato come ipotesi principale, la situazione resta di massima attenzione, di massima allerta. L'inchiesta è stata così presa in carico direttamente dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli, che coordina il pool antiterrorismo e di contrasto ai reati cosiddetti politici ed è appunto la squadra antiterrorismo della Digos a indagare.

Nel frattempo dunque, come dispone una circolare del Dipartimento di pubblica sicurezza inviata ieri a questori e prefetti è stata disposta l'intensificazione ai massimi livelli del sistema di sicurezza generale, di prevenzione e di controllo del territorio e in particolare delle misure di vigilanza presso gli obiettivi ebraici o riconducibili allo Stato di Israele.

L'invito a rafforzare il dispositivo di sicurezza, dunque, non riguarda solo il quartiere Bande Nere con la sede della Comunità ebraica di via Arzaga (a due passi da dove c'è stata l'aggressione), la scuola ebraica di via Sally Mayer o il ristorante Carmel, che si trova proprio in viale San Gimignano. E non riguarda nemmeno in esclusiva la sinagoga di via Guastalla e quella di corso Lodi o i luogo di culto degli ebrei ortodossi più modesti e meno conosciuti ai più. L'allerta riguarda anche attività commerciali gestite da ebrei, società, centri sportivi. Tutto il mondo ebraico, insomma. Nonchè la tutela «rinforzata» del consolato americano e di quello britannico, potenze da sempre molto vicine a Israele.

Dal Viminale emerge che non sono ancora del tutto chiare le modalità e il movente dell'aggressione che, al momento, resta un tentato omicidio volontario. Tuttavia, se è vero che la vittima svolge un lavoro «particolare», che potrebbe esporlo a diverse antipatie - è un selettore alimentare, addetto al controllo dei vini che devono essere consumati dalla comunità ebraica milanese e italiana (ma anche da esportare) in conformità ai canoni imposti dalla religione - non si può certo soprassedere sulla sua posizione personale di ebreo ortodosso. Graff - uomo dall'esistenza specchiata, genero e cognato di rabbini (ha sposato la figlia del rabbino di origine afghana Hetzkia Levi, ndr ) - l'altra sera era arrivato in viale San Gimignano a bordo di un taxi e si era fatto lasciare all'inizio della strada per percorrere il breve tragitto verso casa a piedi. Indossava la kippah. E potrebbe essere la prima «vittima» europea di un fatto gravissimo che ultimamente a Gerusalemme e a Tel Aviv si ripete con frequenza e che molti non esitano ormai a definire la «seconda Intifada».

Ovvero l'affermarsi di una componente islamica fra gli arabo-israeliani (il 20% della popolazione), vicina ai Fratelli Musulmani, in Israele sta ponendo infatti una nuova sfida alla sicurezza.

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