La base scalpita. C'è il sindaco leghista di Merate, Andrea Robbiani, «stanco di sentir parlare di interventi politicamente corretti» e di «queste riunioni che sembrano sedute di terapia collettiva, in cui ci diciamo quanto noi siamo bravi e quanto sono cattivi i governi. Dobbiamo agire: dimissioni di massa». C'è quello di Settala, Enrico Sozzi (lista civica), che ieri mattina è arrivato a Palazzo Marino per la riunione dei sindaci della Lombardia con il presidente Anci Piero Fassino contro il rischi di nuovi tagli agli enti locali, pedalando per 27 chilometri dal suo Comune dell'hinterland a Milano. Un piacere? «Un dovere - precisa -, abbiamo a disposizione 3mila euro per le auto di servizio, due terzi se ne vanno tra bolli e assicurazioni, con mille euro di benzina per tutto il 2013 come ci andiamo io, i funzionari, i messi alle riunioni istituzionali in Provincia, prefettura, sul territorio?». E la beffa ci tiene a puntualizzare «è che siamo virtuosi, abbiamo 7 milioni già stanziati per una nuova scuola, riparare strade, fare manutenzioni, ma non li possiamo spendere a causa del Patto di stabilità. É una vergogna». É una pedalata di protesta ovvio. Ma «noi Comuni - conclude - ormai siamo solo il bancomat dello Stato, non può continuare così». E se la base prova a far sentire la propria voce dal basso, sul palco in Sala Alessi Fassino, il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente di Anci Lombardia Attilio Fontana (Lega) e il suo vice Giulio Gallera (Pdl) guidano la rivolta e si uniscono in un ultimo appello bipartisan al governo. O sono pronti al peggio. Pisapia avverte il premier Letta: «Non ce la facciamo più» e «se il governo non prenderà in considerazione le nostra richieste», da una nuova fiscalità Comuni-Stato, alla revisione del Patto di stabilità e - l'ultimo allarme - il blocco dei trasferimenti minacciato ai Comuni per recuperare 700 milioni di Imu che mancano allo Stato (per Milano sarebbe un allargamento del buco per 80 milioni) «dovremo essere pronti a reagire con gesti eclatanti, fino ad arrivare al punto di non ritorno». Se il governo non farà retromarcia, Milano è pronta a farsi commissariare, non approverà il Bilancio 2013 e invita i colleghi lombardi alla ribellione. Pronto Fontana, che è anche sindaco leghista di Varese: «Se il governo va avanti non presenteremo i bilanci, non saremmo nelle condizioni. Ci commissarino tutti se credono. Roma ha sbagliato i conti e ora se la prende con i Comuni senza rendersi conto che ammazzando i Comuni ammazza il Paese». Fassino media, «ho chiesto un incontro urgente al governo, è importante aprire un tavolo di mediazione. sentire le risposte e poi saremo pronti a reagire». Ma «se lo Stato deve coprire un proprio buco da 700 milioni, si trovi le risorse in casa.
Mettiamo a confronto gli sprechi tra Comuni e Stato e vediamo chi vince la sfida. Per noi altri tagli sono insostenibili». Il ministro Graziano Delrio ha annunciato «un incontro a breve, le buone ragioni dei sindaci vanno certamente ascoltate».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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