Cronaca locale

«Il sindaco? Un giornalista Oppure scelgo la Gelmini»

La parlamentare di Fi sulle prossime comunali «Alleanza con Ncd, a Bologna solo se va il Cav»

Onorevole Laura Ravetto, come scegliere il sindaco di Milano?

«Le amministrative non sono solo a Milano e Roma e credo che non ci possa essere una ricetta unica, ma un metodo unificante».

Pensa forse alle primarie, che ormai nel centrodestra sembrano un argomento tabu?

«No, penso all'unità maggiore del centrodestra con l'apertura a tutte le liste civiche. Pur di non far vincere Grillo o il Pd in questa città, faccio alleanze con tutti i partiti».

Vuol dire che è favorevole all'alleanza con Ncd?

«A Milano vedo l'alleanza, in particolare nella persona di Lupi. Abbiamo addirittura riaccolto fuoriusciti Ncd che hanno improvvisamente professato volontà di non andare col centrosinistra, non si capisce perché non si possano fare passi politici con lui che ha sempre professato legami col centrodestra. Oltre tutto, nemmeno Salvini ha chiuso ad alleanze con gli esponenti di Ncd della Lombardia».

Pensa a Maurizio Lupi come candidato sindaco?

«Personalmente avevo una mia idea per il candidato, cioè di area e civico, e il mio ideale era Del Debbio. Comunque si mettano tutti l'anima in pace: il candidato di Milano lo decideranno Berlusconi e Salvini. E Ncd, se vorrà essere della partita, tagliando i ponti con la sinistra».

Del Debbio ha detto di no. Pensa che cambierà idea?

«Non avendo la sua disponibilità, non escluderei di sondare Belpietro e anche Sallusti. Per me questo sarebbe l'ideale ma se pensassi a un politico, vedrei bene Mariastella Gelmini, anche se lei non è particolarmente propensa».

Lei sarà a Bologna con Salvini?

«Se ci sarà il presidente Berlusconi. E solo ad una condizione: che la piazza sia davvero di tutti. Ciò significa che come noi non abbiamo battuto ciglio quando Salvini ha incontrato la Le Pen, Salvini non tiri fuori tematiche polemiche sull'incontro tra Merkel e Berlusconi».

Che ne pensa dell'ipotesi di un manager d'esperienza e d'area come Scaroni?

«Non so se lui possa essere disponibile. Personalmente preferirei un candidato più giovane, che desideri impegnarsi nelle perifere. Per me le amministrative sono come il giro d'Italia e la personalità in campo deve essere dinamica e con buoni gregari. Dobbiamo assolutamente vincere a Milano e a Roma. È la nostra occasione: se si perde c'è un rischio reale di finire in pezzi. Altrimenti, c'è la chance di tornare al governo».

Ci sono molte polemiche sul fatto che Giuseppe Sala, da commissario Expo, dovrebbe mantenersi super partes e non candidarsi a Palazzo Marino. Condivide?

«No, non condivido questa polemica. Giuseppe Sala ha il diritto di candidarsi con chi vuole. Sottolineo invece che Matteo Renzi, eletto permier solamente con le primarie, sta cercando di boicottarle per le elezioni a sindaco di Milano. Non è corretto: se vuole candidare sala, dovrà permettere a Majorino e Fiano di sfidarlo, non costringerli a farsi da parte. Altrimenti è una scorrettezza».

Ma come valuta l'operato di Sala?

«Sala è una persona di livello ma se sarà il candidato della sinistra, ne avremo uno dello stesso livello che se la giocherà. Più che la polemica su Sala super partes mi ha dato fastidio che il governo si sia appropriato di un evento che nasce da Letizia Moratti e dal centrodestra.

Prendendosene tutti i meriti».

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