Il sindaco non andrà al ramadan Scontro coi musulmani: «Delusi»

Una tempesta agostana che nessuno si aspettava. L'amletico sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, è riuscito a far arrabbiare anche i musulmani, tutt'altro che mal disposti verso di lui. Evidentemente la gestione dei rapporti con le comunità religiose non è il suo forte. Così, dopo una pasticciata gestione del caso Dalai Lama, arriva questo nuovo incidente diplomatico.
Tutto ruota intorno alla festa di Id al Fitr, la festa di rottura del digiuno che conclude il ramadan, il mese sacro di preghiera. La cerimonia è prevista per il 19 agosto, domenica. Il coordinamento delle comunità musulmane di Milano, che ha promosso una celebrazione unitaria a cui parteciperanno una decina di centri islamici, ha ottenuto dal Comune una sede ambita e centrale, l'Arena. La festa, insomma, sarà importante. Sono previste almeno 10mila persone, daranno il loro contributo al servizio d'ordine 250 volontari e la preghiera - tradotta per la prima volta in tre lingue, anche italiano e «bangla» - sarà condotta da un personaggio di peso nel mondo islamico, il tunisino Abdel Fattah Mourou, uno dei fondatori del partito musulmano «moderato» che ha vinto le elezioni in Tunisia.
Bene, i musulmani si aspettavano una partecipazione istituzionale all'altezza di questa sforzo organizzativo. Una partecipazione che «desse un segnale», dicono. «Il segnale che il vento è cambiato» spiega Davide Piccardo, portavoce del coordinamento delle comunità islamiche milanesi. Insomma, dopo quella del vice lo scorso anno, speravano nella partecipazione del sindaco. E per questo lo hanno formalmente invitato, e lo hanno fatto circa 3 mesi fa. Ma il sindaco ha comunicato che non andrà. «Non andrà perché non è a Milano» precisano da Palazzo Marino, aggiungendo che la partecipazione del Comune sarà assicurata dall'assessore al Lavoro, Cristina Tajani. Troppo poco per il Caim, che ha preso carta e penna per far sapere a Palazzo Marino che i delegati del sindaco - anche se troveranno «porte aperte» - non saranno particolarmente graditi. «Egregio sindaco - ha scritto Piccardo - questa è una delle due ricorrenze più importanti per noi musulmani». «Quest'anno - si legge - per la prima volta la comunità islamica milanese ha trovato un consenso ampio per una celebrazione comune che grazie alla disponibilità della sua amministrazione si svolgerà in un luogo finalmente all'altezza». Piccardo parla di una «discriminazione particolarmente odiosa» che i musulmani avrebbero subito negli anni scorsi, e la contrappone all'apertura «di una stagione nuova». Il passaggio successivo è conseguente: «Proprio per questo - si legge - crediamo che garantire la sua presenza, così come ha fatto durante quest'anno nelle grandi occasioni pubbliche delle comunità cattolica, ebraica e buddista, testimonierebbe al meglio la volontà di riconoscere alla comunità islamica pari dignità. Le rinnovo quindi il nostro invito a partecipare alla celebrazione e ribadisco che l'invito è rivolto in maniera esclusiva a lei». «Sì, siamo delusi - conferma Piccardo - Noi lo abbiamo invitato con largo anticipo e il sindaco doveva esserci.

Il vicesindaco non sarà in città, sappiamo che questi sono i giorni in cui il sindaco garantisce la sua presenza. Se manderà un delegato troverà porte aperte ma lo spazio era solo per lui. Se non viene lui sarà per un'altra volta». Il messaggio è chiaro. Il pasticcio anche.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica