Cronaca locale

Il sindaco teme un "autunno caldo". E ora frena sullo smart working

A Porta a Porta: "Sono momenti difficili, peggio dopo l'estate"

Il sindaco teme un "autunno caldo". E ora  frena sullo smart working

Il movimento civico arancione nato nel 2010 per la campagna di Pisapia si era trasformato nella «lista Sala» per la tornata 2016 e ora in vista delle comunali dell'anno di recente ha cambiato nome, si presenterà come Alleanza civica. E anche se il consigliere Franco D'Alfonso ancora ieri ha smentito, è ovvio che il movimento si prepara all'eventualità (molto concreta) che il candidato nel 2021 non sia Beppe Sala, e scollega per tempo il nome del sindaco dalla lista. Due sere fa l'assemblea di Alleanza civica ha esaminato la bozza di programma, un piano di dieci punti che vanno dal ripensamento dei Municipi a sedi comunali dove i rider possano lasciare le biciclette. E Sala si è focalizzato sulle proposte in tema di sanità, come quella di creare, specie se da settembre ci sarà una seconda ondata di Covid, dei «dispensari comunali» o «case della salute» dove sia possibile fare una diagnosi precoce, senza andare in ambulatorio, a chi ha una temperatura oltre 37,5. «Sulla sanità - afferma Sala - non possiamo continuare a lungo a criticare solo la gestione regionale, bisogna anche avere capacità decisionale. Il sindaco è responsabile della salute pur non avendo le deleghe, è buffo ma non mi fa dormire sonni tranquilli in una situazione come questa. Un domani il pm potrebbe alzare la cornetta e chiedere cos'hai fatto su quello specifico punto?.

E ieri intervistato a Porta a Porta il sindaco è tornano sulle polemiche sulla statua di Montanelli (nella foto) e le scritte sui muri contro lui e Fontana ammettendo che «in questo momento le tensioni si sentono, sono tempi molto difficili e dopo le vacanze sarà anche peggio». Un autunno caldo.

«I segni di una crisi sociale e economica sono profondissimi, le aziende andranno a contenere i loro costi, licenzieranno» e «ammette che «pur avendo promosso lo smart working oggi dico che non è il momento di continuare a usarlo troppo, c'è bisogno di normalità».

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