Alberto Giannoni
Basilio Rizzo alza un muro. Marco Cappato incalza, Gianluca Corrado non si sbilancia. Dovendo già guardare al ballottaggio, tira una brutta aria per il centrosinistra, a giudicare dalle parole degli outsider. Il «Giornale» ieri ha messo uno accanto i nove candidati sindaco di Milano. E a tre giorni dal voto, al teatro Manzoni è venuta fuori la fotografia di una sfida più incerta che mai. Mettendo da parte i toni più soft del suo consueto fair play, il candidato sindaco del centrodestra Stefano Parisi è sembrato deciso ad attaccare il centrosinistra, il premier-segretario del Pd Matteo Renzi e l'avversario principale, Beppe Sala, impegnato nel tentativo di schivare possibili passi falsi, in un difficile equilibrio fra la necessità di difendere l'operato della giunta uscente e la voglia di proporsi anche come attore di cambiamento.
In vista del secondo turno, che dovrebbe assegnare la fascia tricolore del più ricco e dinamico Comune d'Italia, è dalle «terze forze» che arrivano gli elementi di novità. Il candidato di «Milano in Comune», il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo, rispondendo a chi gli chiedeva quale fosse il suo orientamento sul possibile sostegno a Sala, ha avvertito: «Se uno dice che vuole vendere le partecipazioni del Comune, che vota sì al referendum e non dà garanzie su politiche a favore dei cittadini meno ricchi, è complicato che si trovi un terreno di accordo». Altri terreni di sostanziale distanza che Rizzo ha voluto rimarcare con entrambi i contendenti sono il tema dell'immigrazione e delle tasse: «Io non credo che la città abbia bisogno di diminuire i servizi - ha detto, spiegando di voler rovesciare l'impostazione - Le tasse sono una conseguenza della necessità di dare a tutti i servizi». «Le risorse - insomma, il suo parere - devono essere trovate con equità che vuol dire che chi ha di più deve dare di più».
Il radicale Marco Cappato, impegnato in una battaglia sul diritto degli elettori milanesi di conoscere le proposte di tutti i candidati, ha ammesso: «Oggi hanno invitato tutti, allora è un confronto vero». E a chi gli chiedeva che indicazione di voto darebbe al ballottaggio, ha risposto che «se ci fossero i due manager tutti e due avrebbero grossi problemi» ma anche che «se Sala si liberasse dei conflitti di interesse tra il primo e secondo turno gli farebbe solo bene».
Potrebbe essere l'elettorato grillino l'ago della bilancia. «Mi auguro che i sondaggi sbaglino, come accaduto tante volte negli ultimi anni in Italia e che il risultato sia diverso - ha detto Gianluca Corrado, portavoce del Movimento 5 Stelle - se ciò non dovesse accadere di certo noi non daremo indicazioni di voto così come tradizione del Movimento, in relazione alle differenze profonde che esistono rispetto ai partiti politici. Saranno loro a dover vagliare le nostre proposte ed eventualmente ad impegnarsi per provare a far ritenere ai nostri elettori di essere l'una o l'altra parte il meno peggio». «Ho anche letto i programmi del centrosinistra e del centrodestra - ha spiegato ancora - in questo momento non vedo aspetti similari. O meglio ne vedo alcuni col centrosinistra, quando si parla di welfare o case popolari. E ne vedo altri nel centrodestra, quando si parla di sicurezza e gestione del territorio. Trovo una grande profonda differenza invece sulle sorti delle partecipate. Loro vorrebbero vederle per fare casa, noi crediamo che siano un patrimonio dei cittadini».
«Non
so ancora come ci comporteremo - ha spiegato Nicolò Mardegan di NoixMilano - Noi siamo il vero voto utile per il primo turno poi vedremo chi potrà sposare le nostre battaglie, certo io sono un candidato di centrodestra».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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