Calano i matrimoni in chiesa, tanto che stanno andando quasi al passo delle nozze gay che il sindaco Beppe Sala celebrava per la prima volta nella storia di Milano un anno fa, proprio in questi giorni (era il 5 agosto) e crescono invece i divorzi low cost in Comune, quelli che si possono firmare davanti a un ufficiale pubblico, senza bisogno di avvocati, pagando solo 16 euro. Giusto le spese di segreteria, come una marca da bollo, e un tot di anni di matrimonio sono archiviati. É una fotografia della Milano sempre all'avanguardia sotto tanti aspetti, e forse i dati dell'Anagrafe questa volta devono lanciare un campanello d'allarme alla diocesi che da anni si interroga sulla progressiva crisi delle nozze davanti all'altare. Nei primi sei mesi dell'anno, da gennaio al 30 giugno, sono solo 245 i matrimoni religiosi registrati anche all'Anagrafe di via Larga. Circa quaranta al mese, anche meno del 2016 quando alla stessa ora erano 295. Calano anche i matrimoni civili, 1.006 contro 1.077, ma quasi tre su quattro scelgono di dire sì davanti a un funzionario (o a un consigliere comunale) invece del sacerdote. Ci sarà un rush finale? Difficile prevedere, il 2015 si chiuse con 738 nozze in chiesa, l'anno scorso con 863. Tra riti religiosi e non, un trend è abbastanza consolidato: su 1.251 matrimoni, religiosi e civili, celebrati nei primi sei mesi dell'anno, in 329 casi - uno su quattro - si è trattato di coppie miste, mentre in 790 cerimonie entrambe gli sposi erano italiani e nelle altre 132 erano entrambi stranieri, anche di nazionalità diversa. Le unioni gay a fine giugno di quest'anno sono invece a quota 214 (sono state 225 nel 2016, ma le prime celebrazioni come si diceva sono iniziate con il sindaco Sala gran cerimoniere ad agosto). In un caso su tre si tratta di unioni tra maschi (167 coppie contro le 47 tra femmine). Si registrano invece 165 unioni civili tra italiani e 51 tra coppie miste.
Dal focus sulle unioni a quello sui divorzi e le separazioni, più facili e soprattutto più economiche dal dicembre 2014. Chi sceglie la strada dell'addio consensuale in Comune, davanti solo all'ufficiale di stato civile e senza l'assistenza di un legale, spende 16 euro. Non è per tutti, i coniugi non devono avere ad esempio un figlio minore o con handicap grave e non devono esserci liti sulla divisione del patrimonio.
Nei primi sei mesi l'Anagrafe ha già archiviato 458 casi (157 separazioni e 301 divorzi), nel 2015 nello stesso periodo erano stati «affrontati» 196 matrimoni (75 separazioni e 121 divorzi), l'anno scorso 434 e a fine anno sono diventati 789 (tra i 223 casi di separazione e 566 divorzi).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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