Sorpresa: i raccomandati guadagnano di meno

Ai tempi della crisi trovare lavoro tramite le conoscenze personali non conviene. Ad affermarlo, uno studio sui neolaureati dell'Università Bicocca tra gli anni 2007 e 2010 coordinato da Paolo Mariani, professore di Statistica Economica. Chi infatti trova un impiego affidandosi all'invio di curriculum spunta in media una retribuzione più alta di chi invece si affida ai contatti diretti con il mondo del lavoro. Ancora meglio va a chi dopo la laurea si affida a un terzo canale come spiega Mariani: «Rispetto alla retribuzione si può affermare che, pur registrando una generale diminuzione, coloro che ottengono uno stipendio di ingresso più alto, con un valore intorno ai 1.090 euro, sono i laureati che si rivolgono ad agenzie o uffici per il lavoro ma – conclude - il dato interessante è che i laureati che cercano lavoro con iniziativa personale ottengono mediamente retribuzioni più elevate rispetto ai laureati che hanno avuto un'opportunità grazie a conoscenza o presentazione: per i primi lo stipendio si aggira intorno a 1.034 euro, per i secondi intorno a 978 euro». E l'autocandidatura non è solo il sistema più premiato in termini economici, ma anche il più usato: se nel 2007 i neolaureati che si affidavano all'invio del curriculum erano il 48 per cento, nel 2010 la percentuale è salita al 56. Sette punti in soli tre anni di crisi economica e con delle punte di crescita a due cifre, ma sempre sotto il 20 per cento, se si guardano ai dati specifici di facoltà come Economia, Giurisprudenza, Statistica e Sociologia.

Una tendenza ancora più accentuata se si leggono i dati dei neolaureati rispetto al voto: tra chi ha ottenuto meno di 90 punti all'esame finale, la crescita di una ricerca personale del posto di lavoro è stata del 24 per cento. Più sono consistenti le dimensioni delle società, meno conta il contatto diretto e di più il curriculum: il 42 per cento dei laureati in Bicocca sono stati assunti da società con almeno 250 dipendenti. MB