Sotto il vestito... una persona La sfilata dei modelli disabili

Sotto il vestito... una persona La sfilata dei modelli disabili

Handicap: ovvero la donna e l’uomo senza vanità. Solo bellezza, nel suo aspetto di gioia, libertà, senso. Ieri mattina a mezzogiorno sulla pedana di FieraMilano in occasione di «ReaTech», venti modelle e modelli hanno fatto volteggiare la moda. Per la prima volta la novità della stagione non era l’abito ma il corpo. Il corpo di Simona, Francesca, Emanuele, Daniela, Ariella non era nell’abito, non fustigava lo spettatore in un gioco di vedo e non vedo in cui sotto la veste occhieggia la sfida: «Sono più bello io o il vestito?». Il corpo emergeva sull’abito grazie ad una parola, che solitamente lo fa scomparire nella vita di tutti i giorni relegandolo in un non corpo: handicap.
La più piccola delle modelle è Matilde. Nove anni vissuti a Novara in carrozzina per atrofia muscolare spinale. «Il mio debutto come modella è stato a Lignano Sabbiadoro. Continuerò» giura nello scamiciato a quadretti bianco e rosso. Ballerine lilla scuro, insieme all’azzurro il suo colore preferito. Tra il pubblico nessuna autorità milanese o italiana, ma molte le personalità brasiliane. Sì, perché è San Paolo del Brasile, popolata da milioni di portatori di handicap, la città in cui viene prodotto il marchio «Moda inclusiva» che studia capi con etichette in alfabeto braille per non vedenti o chiusure a scomparsa in velcro che si apre con uno strappo, come l’abitino bianco stile Chanel indossato da Francesca.
«Dobbiamo continuare con queste iniziative - esorta Fabiola Beretta, presidente di Athla -. Speriamo di arrivare a una civiltà equa come quella australiana, dove aiutare un handicappato per la strada non è un gesto di compassione ma di normalità». Dopo il «giorno», arriva lo stile della grande soirée. Lunghi in seta lilla, bianca con ricami argento, rossa con stola in tulle in tonalità.
«Il rosso è il mio colore preferito» conferma Stefania, 29 anni. Non vedente da un decennio. In una notte si sono liquefatti i suoi nervi ottici. Come fa a vedere il rosso? «Fino a poco tempo fa lo ricordavo, ora non più. Mi basta toccarlo. Sento il fuoco. Questo per me è rosso: calore». Scollati, a sirena, tagliati con classe i capi da sera sono stati messi a disposizione da Beppe Facchinetti e dalla sartoria CoolCat. La casacca con ali a farfalla di Erica, in carrozzella, è stata creata dalla stilista Anna Cislaghi.

«Volevamo che questi ragazzi indossassero abiti realizzati per persone uguali a loro, i cosiddetti «normali», che sentissero sulla pelle il semplice piacere del bello» racconta Lilly, responsabile del marchio Beppe Fachinetti e coordinatrice della sfilata. E Lorenzo, 42 anni, esce sul palco con giubbotto in pelle nera. Sotto il vestito, tutto. Tutta l’umanità che c’è in lui. Che c’è in noi, in questa nuova stagione.

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